Cultura e Spettacoli

Il reality non è previsto dal contratto

Finisce in lacrime lo piscodramma di Daniela. La pretesa della pasionaria col cappio: voleva che fosse sancito per legge il diritto di tenere il piede in due scarpe. L'intervista: "Aspetto di sapere perche non mi danno l'aspettativa"

Il reality non è previsto dal contratto

Non solo Colaninno: almeno mezza Italia sperava che la sedicente pasionaria di Fiumicino restasse a carico del Grande Fratello. Invece. Lo psicodramma all’italiana si chiude con una cascata di lacrime a favore di telecamera e con una sinistra certezza: da qui in avanti, avremo una nuova martire. Sostanzialmente, è questa la professione che Daniela Martani ha davvero scelto. La più remunerativa e la più gratificante, in una nazione come la nostra. Che sappia esercitare benissimo il nuovo mestiere, l’ha già dimostrato sin dalle prime battute.

Da come l’ha messa subito, il mondo adesso dovrà pagargliela cara, questa cattiveria. Ma come, ha praticamente chiesto con i soliti giri di parole in simil-sindacalese: da quando in Italia non si può tenere il piede in due scarpe? Da quando bisogna rispettare i contratti firmati? Da quando, dannazione, siamo costretti a fare le persone serie? Povera gioia, va capita. Lei sottoscrive l’accordo per continuare a fare la hostess e il giorno prima di salire sul volo entra nel magico mondo del reality: servirebbe un po’ di comprensione, davanti alla travolgente vocazione artistica. Niente. Colaninno non comprende.

Così come faticano a comprendere le moltitudini di italiani che non devono scegliere tra Cai e Grande Fratello, tra volo e televisione, ma tra cassa integrazione e pre-pensionamento. Beceri. Piccini e beceri. Ci spiegherà tutto quanto, possiamo starne certi: a lungo, ripetutamente. Già ha avviato la litania, quando ancora aveva un piede dentro il video: «Il cuore mi diceva di restare nella Casa, ma la ragione mi ha imposto di uscire: c’è una ritorsione verso di me, non ho avuto la possibilità di esercitare un mio diritto, quello di chiedere l’aspettativa. Mi si vuole colpire. La Cai ha violato il diritto di moltissimi lavoratori».

Per la verità, esperti sindacalisti hanno immediatamente chiarito - con un certo imbarazzo - che «il nostro contratto non prevede aspettativa per partecipare a un reality». Ma nostra signora dei cieli non intende farsene una ragione: obbligarla a scegliere tra aereo e satellite resta a suo avviso un vergognoso sopruso. Non esistono vie d’uscita: ce la farà scontare. Per entrare in quella Casa aveva smosso mari e monti, non è che adesso possiamo pensare di vederla salire sul primo volo e svanire nel silenzio, come un’hostess qualsiasi, come tutte le centinaia e centinaia di sue colleghe della Cai. Nessuno s’illuda di vederla sparire dal video: con l’aria che tira da noi, la vedremo come e più di prima. Faranno a botte, per averla in trasmissione: il suo reality continuerà a cielo aperto, lontano dalla casa del Grande Fratello. Con una terrificante differenza: da qui in avanti, non ci sarà verso di nominarla e farla fuori. Sarà a tempo pieno la nuova suffragetta della più evoluta battaglia civile: lotterà per strappare al padronato il diritto sacrosanto di lasciare il lavoro, meglio, di non cominciarlo neppure, per improrogabili impegni mondani. Aspettativa scopo tv.

Già può contare sul sostegno incondizionato delle lavoratrici: «Sei una gran donna», ha proclamato immediatamente un’importante collega al Grande Fratello, come diavolo si chiama, ma sì, quella con le mammelle a mongolfiera. «Sei una gran donna»: detto da una pensatrice che s’è fermata alla settima soltanto per il no del chirurgo a tentare l’ottava, ammettiamolo, è qualcosa di autorevole. Il momento è solenne: la gran donna va alla guerra. Stupisce l’errore di calcolo di un manager scafato come Colaninno: aveva l’occasione di rifilarla per un bel po’ al Grande Fratello, roba da chiuderla dentro e buttare via la chiave, invece l’ha costretta a scegliere subito. È chiaro, ha sottovalutato l’avversario. Quella, dopo essersi macerata nel tremendo dilemma, ha scelto di uscirne da martire e da eroe. Adesso dovrà sorbirsela, gli avvocati sono già pronti. La storia continua, sarà interminabile.

A tutti quelli che hanno seguito con tanta emozione l’evolversi di questo grande dilemma, soltanto un promemoria: nelle stesse ore, nello stesso Paese, appena un po’ più in là, anche la famiglia Englaro affrontava un suo dilemma. Per caso, interessa?

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