«Record day store» Perle discografiche e inediti d’autore a 33 giri e non solo

L’idea è venuta a un tizio che sarebbe stato benissimo nel film Clerks: celebrare una volta l’anno la festa della musica in quei negozi di dischi indipendenti, veri e propri luoghi di culto, capaci di resistere alla crisi del settore, alle grandi catene e al download. Un posto dove il vinile - perché i veri collezionisti inseguono i vecchi dischi non avendo mai amato il cd - si tocca, si ascolta e si insegue maniacalmente. Un luogo da frequentare quotidianamente, avendo il tempo di passarci diverse ore e di spendere gli ultimi soldi rimasti, dove mogli e fidanzate odiano andarci, perché in fondo, diciamocelo, il rock and roll è roba da uomini.
Comincia nel 2008, complici addirittura i Metallica, il «Record Store Day»: una volta l’anno, il terzo sabato di aprile, i rivenditori doc di tutto il mondo presentano ai loro clienti più affezionati (che nel frattempo avranno consultato il sito www.recordstoreday.com per deliziarsi con l’elenco completo) una miniera di rarità stampate giusto per l’occasione, 7 e 12 pollici destinati ad aumentare rapidamente di prezzo, ammesso di riuscire ancora a trovarne in giro.
Non tutti possono partecipare al «Record Store Day», “caduto” ieri in Italia (ma attenzione, perché il grosso dei titoli sarà a disposizione da oggi fino ad esaurimento delle copie): escluse le catene, le multinazionali e i megastore e i negozi on line, i veri protagonisti sono proprio gli indipendenti: Psycho e Rasputin a Milano, Backdoor e Les Yper Sound a Torino, Hellnation Store a Roma, solo per citarne alcuni dei molti coinvolti in Italia.
Testimonial di questa quarta edizione Ozzy Osbourne, ma sono diverse le rockstar, da Michael Stipe a Bruce Springsteen, da Paul McCartney a Tom Waits, ad aver dichiarato di aderire entusiasticamente alla giornata del negozio disco acquistando più cose possibili.
La lista del 2011 è impressionante e c’è il concreto rischio di lasciare sul piatto diverse migliaia di euro: una doppia antologia di Syd Barrett, un live dei Pink Floyd a Londra nel ’67 in 1.500 copie, di cui 180 in vinile bianco; l’edizione stralimitata di Screamadelica dei Primal Scream in 3 LP e quella dei Beady Eye, la nuova band di Liam Gallagher ex Oasis, che pubblica 3 dischi in 7 pollici. Tra i singoli, da segnalare le accoppiate Mastodon/ZZ Top e Green Day con gli Husker Du; Brown Sugar dei Rolling Stones combinata a Bitch e Let It Rock, due esecuzioni live degli AC/DC e tre dei REM, Swanlight di Antony in picture disc.

Poi, Springsteen con la E Street Band, una raccolta di cover dei Foo Fighters, l’anteprima con bonus track del nuovo lavoro dei Gorillaz e una di B Side dei Black Angels, una rarissima registrazione dei Sonic Youth accompagnata, sul retro di copertina, da un disegno di Kurt Cobain. Infine, l’ultimo singolo dei Radiohead che ha triplicato il prezzo in poche ore.

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