Redditi Anche gli evasori hanno diritto alla riservatezza

Redditi Anche gli evasori hanno diritto alla riservatezza

Chi pensava che la trasparenza sulle dichiarazioni dei redditi fosse garantita per tutti dalla legge, dovrà ricredersi. Nonostante esistano normative come la 241/90 (sulla trasparenza amministrativa) e la 600/73 (sul libero accesso agli elenchi dei contribuenti), per consultare la dichiarazione dei redditi di qualche privato serve dell'altro. Che cosa? Tanto per cominciare un «interesse giuridicamente rilevante», quindi libero accesso ad esempio ad una madre che vuole controllare il reddito dell'ex marito al fine del calcolo degli alimenti, ma un bello stop al diritto di cronaca di un giornalista (in barba all'articolo 21 della Costituzione).
A rendere ancora più obsoleta la legge sul libero accesso agli elenchi dei contribuenti vi è un decreto del 2003 dell'allora presidente dell'Agenzia dell'Entrate, Raffaele Ferrara, che ammette come unici dati pubblicabili nome e cognome dell'interessato e se ha compilato o meno la dichiarazione dei redditi.

Tutti però ricorderemo il caso del 2008 quando l'allora viceministro dell'Economia Vincenzo Visco, scatenò un vero e proprio putiferio facendo pubblicare sul sito internet dell'Agenzia delle Entrate le dichiarazioni dei redditi del 2005 di tutti gli italiani. (...)

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