Referendum e legge elettorale confronto tra Berlusconi e Fini

Referendum e legge elettorale confronto tra Berlusconi e Fini

da Roma

L’incontro è previsto per questo pomeriggio. Stessa location di sempre: palazzo Grazioli, residenza romana di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere e il leader di An Gianfranco Fini si rivedranno oggi dopo alcuni giorni di tensione a causa del referendum abrogativo della legge elettorale e sul tema del bipolarismo.
Un incontro, quello tra i due leader dei maggiori partiti dell’opposizione, fissato già la settimana scorsa dopo che tra i due c’era stato un botta e risposta a distanza sull’argomento. Referendum? «La legge elettorale è una legge difficile, non credo che un referendum abrogativo sia lo strumento per una nuova legge», tuonava il presidente di Forza Italia in una conferenza stampa a Napoli, ricordando tra l’altro al leader aennino quanto fosse importante tenere unita la Cdl, considerando anche «che la Lega è fieramente avversaria di questo referendum». Da Palermo, Fini gli replicava: «Il referendum è già una realtà e non ha senso polemizzare sulla opportunità o no di raccogliere le firme». E aggiungeva: «Il presidente Berlusconi fa bene a preoccuparsi dei timori della Lega ma mi auguro che si preoccupi ancora di più di evitare che nel prossimo dibattito parlamentare sulla legge elettorale la Cdl vada in ordine sparso». Insomma dichiarazioni, repliche, precisazioni. Fino alla decisione finale: serve un incontro per confrontarsi sulla questione.
All’appuntamento odierno a via del plebiscito il Cavaliere e il presidente di An ci arriveranno con un carnet di punti ben delineato, condiviso anche con i rispettivi colonnelli. Sia Berlusconi che Fini, infatti, hanno preparato l’incontro l’uno riunendo i rappresentanti dell’ufficio di presidenza del partito azzurro, l’altro contattando personalmente gli esponenti del gruppo dirigente. Anche l’altra sera, Berlusconi, durante la rituale cena di fine stagione con i senatori di Fi, ha ribadito il suo pensiero sulla questione legge elettorale. Dopo quelle che erano sembrate delle caute aperture al modello elettorale tedesco, l’ex premier ha ripetuto che la posizione degli azzurri è quella di una riforma veloce, pochi ritocchi all’attuale legge secondo la cosiddetta bozza D’Alimonte. «Quella attuale è una buona legge elettorale, si può migliorare con una settimana di lavoro alla Camera e una al Senato e poi si va alle elezioni». E ancora: «Abbiamo già depositato un disegno di legge che apporta delle correzioni alla norma attuale, che è buona, malgrado la sinistra lo dimentichi». Il ragionamento dentro Forza Italia, dunque, è proprio questo: quella di piccoli ritocchi all’attuale legge «è sempre stata la posizione prevalente». «Forse qualcuno», confida un esponente di Fi, «in particolare gli ex-Dc, può aver provato a suggerire all’ex-premier di tentare la via del tedesco, ma di fronte all’idea di dare margine all’Udc per manovre neo-centriste e di imbarcarsi in una modifica corposa che garantisca al governo Prodi altri mesi di sopravvivenza, Berlusconi ha detto no.
Veniamo all’altro fronte. Il presidente di Alleanza nazionale punta a chiedere a Berlusconi parole chiare sulla tenuta del bipolarismo e a far valere il peso dell’impegno di via della Scrofa nella campagna referendaria. «Senza tensioni, né attriti, ma con piena disponibilità», confidano dalle stanze di An. «Non vogliamo né perdenti né vincenti, ma semplicemente la tenuta unitaria della Cdl».
Nell’attesa del meeting di oggi pomeriggio con Fini, intanto, il Cavaliere continua a lavorare, prima della pausa estiva. Ieri ha avuto nel suo ufficio capitolino una serie di appuntamenti importanti su diversi lavori in itinere. L’ultimo, nel tardo pomeriggio, quello con la deputata di Fi Laura Ravetto, per discutere dell’Università del pensiero liberale, progetto a cuore al presidente di Fi.

In serata poi, per l’ex premier, la cena con i parlamentari del suo partito. In uno scenario incantevole: una villa immersa nel parco di Monte Mario con una vista mozzafiato su tutta la città. Una location, definita da tutti i deputati presenti «davvero perfetta».

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