da Roma
Il Lazio si gioca, insieme alla Campania, lo scettro della regione con più seggi, tra quelle in bilico. Ventisette senatori e 55 deputati, 40 nel collegio Lazio 1 e gli altri 15 nel Lazio 2. Sicuramente si tratta di una delle realtà più incerte. Le segreterie dei due schieramenti non si sbilanciano e non diffondono sondaggi propri. Anche perché tutti sono convinti che la partita sia tutta da giocare. Un risultato comunque importante per il centrodestra, visto che le ultime consultazioni elettorali locali hanno sempre visto vincere il centrosinistra. E che il candidato premier del Partito democratico è stato per otto anni lacclamato sindaco della Capitale.
La partita si annuncia difficile per il Popolo della libertà, per vari motivi. Walter Veltroni ha concentrato sul Lazio loperazione immagine delle candidature «di rottura», con la 27enne Marianna Madia capolista nella circoscrizione Lazio 1 della Camera. Lui è il numero due. Seguono esponenti delle istituzioni nazionali e capitoline. Nomi di peso come il rutelliano Paolo Gentiloni, ministro delle Comunicazioni nel governo Prodi; lex ministro Giovanna Melandri e lex presidente della provincia Enrico Gasbarra. Il Pdl ha risposto con nomi di rilievo nazionale. Per Lazio 1, nel cappello di lista Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini, Gianni Alemanno e Fabrizio Cicchitto. Al quinto posto il coordinatore di Forza Italia del Lazio e commissario di Roma Francesco Giro, seguito da Giulia Bongiorno, Sestino Giacomoni e lavvocato Giuseppe Consolo. Dopo di loro, lex presidente del Coni Mario Pescante, Antonio Mazzocchi e Beatrice Lorenzin.
La vera partita è comunque quella del Senato. La posta è il premio di maggioranza del Lazio. Per contenderselo il Pdl ha schierato Marcello Pera capolista. E al numero undici Giuseppe Ciarrapico. Il candidato sul quale si è concentrata la polemica di giornata è espressione di una cultura politica ancora forte nel Lazio. Non a caso è la regione sulla quale punta di più La Destra di Francesco Storace e di Daniela Santanchè che guidano le liste, rispettivamente al Senato e alla Camera, circoscrizione uno. E che rappresenta un reale rischio per il Pdl perché potrebbe far mancare la maggioranza relativa alla lista di Silvio Berlusconi.
A rendere ancora più aperti i giochi, il fatto che nel Lazio pesa storicamente il voto cattolico.
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