Gaia Cesare
da Milano
Cè chi lo fa per goliardia, chi per far clamore e provocare, chi davvero per mettere su qualche soldo. Il metodo è facile: un breve annuncio su piazza globale, su quel mercato senza confini che è Internet, e poi l'attesa di un'offerta da parte di qualche stravagante cliente. Il web e le aste on line come eBay ci hanno abituato a ogni sorta di business e sciacallaggio tecnologico, dalla vendita di cimeli dopo il devastante passaggio del ciclone Katrina, alla compravendita di voti in occasione delle elezioni britanniche (immediatamente censurata dall'Authority) e al commercio degli effetti personali del dittatore iracheno Saddam Hussein. Ieri, però, è stata la volta di un annuncio delirante, in grado di scioccare i più cinici internauti: una signora di un paesino nel nord dell'Olanda ha deciso di offrire il proprio figlio di un anno su un sito Internet dedicato alle occasioni. Un'offerta senza richiesta di denaro in cambio, ma a titolo gratuito per chiunque avesse deciso di prendersi carico della creatura. Poche parole a margine dell'agghiacciante messaggio: «Non è malato e io ho tante preoccupazioni per la testa che non mi posso occupare di bambini». Firmato: «una madre di quattro figli vittima dello stress». Teatro della proposta il sito web Marktplaatz, legato alla più grande casa d'aste mondiale che è eBay.
Nonostante l'abitudine a ogni sorta di business, i responsabili del mercato on line devono aver avuto un sussulto di fronte al messaggio e hanno provveduto immediatamente ad avvisare la polizia locale. Poche ore e l'annuncio è sparito da Internet. Più complicato sarà debellare gli strascichi dell'indecente proposta che - hanno riferito dall'Olanda - nonostante la breve apparizione, era già stata visionata da ben 152 navigatori, qualcuno dei quali, per non lasciarsi sfuggire l'occasione, ha pensato bene di offrire due milioni e mezzo di euro per la transazione. Un dettaglio ancora più inquietante se si pensa che - come ha ammesso una collaboratrice del sito - esiste un precedente, che ha visto protagoniste un'altra madre disperata e la figlia, offerta on line come una merce da bancone dietro all'agghiacciante pretesto di «non potere più fare niente» per lei.
A spulciare le cronache degli ultimi anni, tuttavia, è evidente che il fenomeno del commercio di minori sia diventato una prassi aberrante. In Cina - riportava solo qualche mese fa il China Daily - il sito internet Eachnet garantiva la vendita di bambini maschi per 3.400 dollari e di bimbe per 1.600.
L'allarme sul commercio dei minori è stato rilanciato dall'Unicef in occasione dello tsunami che ha colpito l'est asiatico: solo nella zona di Banda Aceh, in Indonesia, nel gennaio 2005 l'agenzia per l'infanzia ha denunciato la messa in vendita di almeno 300 bambini fra i 3 e i 10 anni, molti dei quali destinati ad adozioni clandestine. E l'Italia è stata protagonista di casi altrettanto eclatanti: nel 2003 una coppia di Catanzaro acquista un bambino albanese di tre anni per un televisore e 5mila euro.
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