Benny Casadei Lucchi
nostro inviato a Montreal
La verità è che non cè più solo Alonso a volare. Vola anche Raikkonen con la McLaren. La verità è che i francesi capitanati da Flavio Briatore sono avanti anni luce. Sbancano il circuito ferrarista e il secondo titolo mondiale di fila, ora non gli strizza più solo locchio, di più: gli allunga la mano in segno di benvenuto. E questo nonostante la seconda safety car, entrata in pista per gentile concessione di Villeneuve finito contro un muretto al giro 61 (a nove dalla conclusione), ricompatti improvvisamente il gruppo quando Alonso ha oltre 20 di vantaggio su Raikkonen e 39 su Michael. La verità è che la Rossa ha una fortuna dannata, visto che il finlandese, al penultimo giro, va lungo al tornantino e Michael lo infila ed è secondo. Ed è come una vittoria, perché il tedesco continua a sperare, poco, ma continua. Dirà il trionfatore: «Gara perfetta, era difficile tenere sempre alta la concentrazione, il rischio di scivolare era molto alto. La mia gara più difficile? Macché, in fondo, senza safety car avrei chiuso con 24 di vantaggio... Certo però che se Fisichella non fosse stato penalizzato, se Raikkonen non avesse sbagliato, alla fine avrei guadagnato più punti su Michael. Ma a Indy posso vincere di nuovo». Ammetterà kaiser Schumi: «Grazie alla safety car sono tornato in gara là davanti, diciamo che è aumentato lo spettacolo per il pubblico. Lerrore di Kimi? Un regalo? A volte le cose funzionano in tuo favore, altre volte no... Comunque, per il mondiale ogni punto conta e io non smetterò di lottare. La pista? In alcuni momenti era come guidare sul ghiaccio. Mi dispiace solo di essere stato così a lungo dietro a Trulli, ho perso molto tempo. Fin dallinizio ho capito che più di tanto non potevo fare, ma non ho mai smesso di spingere... Visto come si era messo il weekend, è andata bene: noi continuiamo ad esserci. Lanno scorso fu frustrante, ora le cose vanno meglio, a volte si vince, ci si diverte, sta solo a noi fare un lavoro sempre migliore». Dirà anche il povero Raikkonen: «Nei due pit stop ho sempre perso secondi per un problema alla frizione... Poi il mio errore al tornantino. Però secondo o terzo non fa differenza per chi come me non è in lotta per il mondiale». Santa verità.
Tante parole del dopo, ma anche una gara da raccontare. Perché, pronti e via, e in tre giri succede di tutto. Giancarlo Fisichella parte un attimo prima, se ne accorge, rallenta, purtroppo per lui se ne accorgono anche i giudici ed è partenza anticipata, ed è punizione, drive through. Fisico è così fuori gara, succede al giro sette, quando la safety car è già entrata in pista una volta per colpa di Montoya, che al giro due duella e sbatte contro Rosberg che sbatte contro il muro; colpa di Albers e Monteiro che cozzano e si fermano. Pronti e via e in tre minuti succede che Schumi parte male, Montoya e Rosberg lo passano, prima di autoeliminarsi, succede che lui sarrabbia e pigia ed esagera e va sullerba. Dal quarto giro succede che un po tutti si calmano, tranne là davanti, Alonso e Raikkonen, duello vero. Intanto, Montoya tocca un muretto e si ritira. Dopo 23 giri, Fernando Alonso fa il pieno, Raikkonen gli dà il cambio in vetta e, soprattutto, kaiser Schumi passa finalmente Trulli.
Però le Rosse rimontano, zeppe di benzina, mentre gli altri si fermano allautogrill loro recuperano un poco (sosta al giro 33 per Michael, 4 dopo per Massa). È la strategia Ferrari, «speriamo di avere qualcosa nella tasca» aveva detto Schumi, e quel qualcosa, a metà gara, lo piazza terzo, dietro allo spagnolo e al finnico.
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