Da Reggio Emilia a Milano tre anni di slogan infami

Il battesimo degli slogan infami contro i caduti di Nassirya avviene tre giorni dopo la strage. Il 15 novembre 2003 un gruppo di animalisti manifesta a Reggio Emilia e ai carabinieri che tentano di sciogliere il presidio urla «Viva viva Nassirya». Una settimana dopo, lo slogan «10, 100, 1.000 Nassirya» compare sul sito internet no global Indymedia. Passano alcuni mesi e il 3 aprile 2004, sui muri di Genova, compaiono le scritte «Mille Nassirya» e «Nassirya there’s a party» durante un corteo di solidarietà per l’arresto di tre autonomi. Il caso esplode durante la visita di George Bush a Roma, il 4 giugno 2004. Nel corso della manifestazione contro il presidente degli Usa, dalla zona dove sfilano Cobas, antagonisti e disobbedienti parte il coro «10, 100, 1.000 Nassirya». In una manifestazione a Milano, il 25 settembre 2004, stesso slogan con una variante inedita: «In vacanza a Nassirya ci mandiam la polizia».

Da allora non c’è corteo antagonista o manifestazione sul Medio Oriente che non sfugga al macabro rituale dei cori con il rogo di bandiere italiane, israeliane e americane. Gli ultimi episodi il 18 febbraio 2006 a Roma («L’Italia dall’Irak deve andare via/ 10, 100, 1.000 Nassirya»), 17 giugno 2006 a Milano, durante un corteo dei centri sociali.

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