Paola Setti
Càpita che 26 natiche siano troppe da far accomodare sulle poltrone, pur copiose, di via Fieschi. E capita che neppure la moltiplicazione dei posti in consiglio regionale previe dimissioni di chi è stato promosso assessore basti a soddisfare le richieste di dorate seggiole. Mille euro in più fanno comodo a tutti, ecco. E vuoi mettere potersi fregiare del titolo di presidente di commissione, insomma. Pensa che ti ripensa, la maggioranza ha trovato la soluzione. E dopo aver aumentato il numero dei posti in giunta, ha deciso di aumentare anche le commissioni. Quattro in più, speciali: Pari opportunità, Carceri, Europa e legge elettorale. Quando lo fecero i predecessori di centrodestra, perché anche loro lo fecero, il centrosinistra molto si indignò e ancor di più protestò. Ma adesso che il governo della Liguria ha cambiato colore, la proroga del condono edilizio contestata con Biasotti e approvata da Burlando insegna, tutto vale.
Come da copione, adesso sono gli altri a indignarsi e a protestare. «Solo che questa volta è più grave - sinfervora Luigi Morgillo il capogruppo di Forza Italia -. Perché la nostra minoranza conta solo 14 consiglieri su 40, in un rapporto con la maggioranza che non rispecchia la percentuale di voti delle elezioni, vinte dal centrosinistra 53 a 47 per cento». Affinché anche lopposizione fosse rappresentata in consiglio, i capigruppo della Casa delle libertà avevano chiesto, un po provocatoriamente, la presidenza del consiglio regionale. Incassato il rifiuto allora e già distribuite tutte le altre presidenze di commissione, adesso tornano a chiedere, almeno, la presidenza della commissione elettorale, la più importante fra quelle nuove. «Una supermaggioranza come questa potrebbe approvare la nuova legge da sola, visto che per Statuto bastano i due terzi dei consiglieri e loro ne hanno 26 su 40, con buona pace della democrazia» spiegano.
Ieri però la maggioranza ha respinto anche la seconda richiesta. Allurlo di: «Siete degli arroganti che per fare il pieno di cariche calpestano la nostra dignità sperperando denaro pubblico fra quattro nuovi presidenti, quattro nuovi vice e altre spese inutili», i componenti della minoranza hanno abbandonato la prima commissione. Tutti tranne Fabio Broglia il capogruppo dellUdc, che è rimasto da solo a combattere la battaglia del dialogo.
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