Claudio Burlando rinuncia per un giorno a inaugurare qualcosa. Resta inchiodato mattina e pomeriggio alla sua poltrona al centro dell’aula di via Fieschi. Il centrodestra attacca a testa bassa. All’ordine del giorno c’è una lunga lista di interrogazioni che però sembrano interessare davvero a pochi. Per un’ora l’assemblea si trascina tra sbadigli, ritardatari e pause caffè, fin quando il campanello del presidente Mino Ronzitti avverte che è arrivato il momento di parlare di censura all’assessore all’Agricoltura Giancarlo Cassini. Poi c’è la proposta di Rifondazione che vuole approvare una legge regionale per violare la legge nazionale vietando i centri di accoglienza per immigrati (i Cpt) in Liguria. Il clima si scalda, altro che fair play. Dai banchi dell’opposizione prendono la parola quasi tutti per ricordare come l’assessore Cassini abbia provocato all’agricoltura ligure più danni che tre anni e mezzo di grandinate. Portano esempi concreti, citano provvedimenti urgenti mai adottati, fondi mai stanziati, ritardi e contestazioni che arrivano direttamente dalla Confagricoltura e dal suo periodico che dedica addirittura la copertina alla frana (politica) che si è abbattuta sul settore. La maggioranza è costretta a ricompattarsi e a fare quadrato di fronte a una censura formale. Ma affida la difesa dell’assessore nel mirino nientepopodimenoché al consigliere Ezio Chiesa (Pd) che legge parola per parola, congiunzione per congiunzione, senza neppure saltare i trattini degli incisi, un discorsetto che gli hanno preparato.
[TESTO]Talmente preparato che quando l’opposizione interviene per commenti fuori tempo, Chiesa riprende dalla stessa vocale dalla quale era stato interrotto. E Burlando, il presidente, il capo della giunta, spiega che «l’assessore non ha bisogno di essere difeso». Infatti non lo difende, ma fa poesia sull’importanza che «in tempi in cui è fallito il modello economico basato sulla finanza esasperata» bisogna apprezzare il ritorno alle campagne e ai lavori della terra. Non nega che i fondi per l’agricoltura non siano stati distribuiti, ma si salva con l’inglese parlando di «overbooking, perché ci sono più risorse di quelle erogate». Comunque se qualcuno in maggioranza aveva il mal di pancia lo risolve con la pausa pranzo. Si torna in aula alle 15 e la mozione viene respinta: 21 voti del centrosinistra contrari contro gli 8 favorevoli del centrodestra. La battaglia comunque lascia i segni. I banchi della minoranza si svuotano. Restano Gianni Plinio e Matteo Rosso (presto raggiunti da Alessio Saso e accompagnati da Gino Morgillo che assume però momentaneamente le funzioni di presidente dell’assemblea). Ci sarebbero le premesse per una disfatta totale del centrodestra che si appresta a resistere alla proposta di legge di Rifondazione sul divieto di creare centri per clandestini in Liguria. E invece solo l’ultima trincea resiste. Plinio parla per un’ora esatta, tutto il tempo che il regolamento gli concede. Mette alle corde il centrosinistra citando le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che definisce «irresponsabile» chi critica i Cpt. Dalle colonne dell’insospettabile Corriere della Sera, il Capo dello Stato invita semmai «ad aprire altri centri», e se la prende con il qualunquismo di «chi li definisce lager infangando la memoria delle vittime dei lager». Il centrosinistra è in difficoltà. E Plinio affonda su Burlando, invitandolo a decidere se «reggere il moccolo al comunista Nesci o seguire le parole di Napolitano». Passerebbe anche la parola al collega Alessio Saso per tenere ancora lì gli avversari. Che crollano. Matteo Rosso fiuta il «colpaccio» e offre la scappatoia: l’ostruzionismo viene sospeso, ma anche la proposta di legge slitta. A dopo il bilancio. Cioè all’anno prossimo. C’è tempo per riflettere sulle follie di una legge che va contro quella nazionale.
Rosso si limita ad assestare l’ultimo colpo: «Questa proposta è solo una provocazione politica, anche gli uffici della Regione hanno detto più volte che non si può fare». Nesci accetta la tregua della coppia di irriducibili. Se ne parlerà dopo Natale. Sperando che in dono arrivi un po’ di buon senso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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