La Regione dà poteri speciali al Comune

(...) Le modifiche proposte dall’assessore all’Urbanistica, Davide Boni, e approvate dalla giunta, riconoscono i problemi particolari di Milano come capoluogo che si trova a risolvere problemi più complessi delle altre città. «È una procedura semplificata rispetto alle grandi scelte. Così la giunta comunale ha la possibilità di modellare la città come le chiedono i cittadini, senza essere legata a troppi impicci burocratici» spiega l’assessore Boni.
A Letizia Moratti il potere speciale sull’edilizia milanese viene concesso attraverso il precedente via libera del consiglio comunale. Al consiglio viene infatti attribuita la facoltà di stabilire i casi in cui la giunta può approvare da sola i piani attuativi e le loro varianti. Insomma, se si raggiungerà un accordo politico in aula, la giunta potrà decidere da sola piani attuativi e varianti.
Le nuove norme approvate ieri (tecnicamente una modifica della legge 12 del marzo 2005) passano ora all’esame del consiglio regionale e si preparano a diventare operative nel giro di un paio di mesi. Lo spirito della legge - spiega l’assessore leghista - è garantire il ruolo del consiglio nell’elaborazione delle scelte fondamentali che riguardano l’aspetto della città, ma al contempo cercare di mettere un limite ai numerosissimi intoppi burocratici, quali i rimpalli tra commissioni e aula o i ritardi legati alla mancanza del numero legale.
«Il consiglio comunale all’inizio darà l’indicazione di panorama alla giunta sui singoli progetti, poi la giunta potrà decidere senza bisogno di continui ritorni in consiglio comunale - aggiunge Boni -. Naturalmente dovrà essere rispettato il mandato generale del consiglio. Per intendersi, nell’area della Fiera non si potranno certo costruire quattro grattacieli ma sarà possibile aumentare le aree a verde».
Un altro punto importante del provvedimento riguarda la pianificazione da parte dei Comuni dei campi di sosta e transito dei nomadi, tema caldo che nei momenti di emergenza diventa addirittura rovente.

In sostanza le nuove norme regionali prevedono uno stop, o almeno un forte rallentamento, alla realizzazione di nuovi insediamenti rom. Spiega Boni: «Le aree per realizzare campi nomadi potranno essere decise solo con il consenso dei Comuni limitrofi».

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