La tutela dei bambini va a corrente alternata. Anzi, «a gettone». L’accusa è forte, e scuote ancora una volta la Regione. Attacca chi non interviene per impedire il rimpatrio della piccola Maria e subito dopo discute proposte di legge per istituire la figura del Garante dei minori, ovviamente pagato (e bene: un quarto dello stipendio di un consigliere). Inevitabile la polemica, che procede anche a mezzo stampa, con Fabio Broglia, Udc, firmatario di una delle due proposte, che potrebbe accettare di cancellare il «gettone» da versare al Garante, se questo può apparire un problema. E con Roberta Gasco, in quota Udeur, che con una lettera al Giornale respinge al mittente le accuse di opportunismo mosse da Gianni Plinio (An) e Matteo Rosso (Forza Italia). «È proprio vero che la gallinella che canta ha fatto l'uovo», ribattono immediatamente Plinio e Rosso. Perché secondo loro il problema sta proprio lì, in quello «stipendio» per il garante che sarebbe solo un ulteriore spreco di denaro pubblico per un'istituzione che peraltro ha già un Difensore Civico al quale non sarebbe vietato di occuparsi dei diritti dei minori, ma che pure non è intervenuto sul caso di Maria. E, fanno notare i due consiglieri di centrodestra, nonostante la polemica, la Gasco difende la sua proposta, completa di stipendio al Garante. «Se c'è, infatti, qualcuno che strumentalizza è chi - attaccano Plinio e Rosso -, come la collega Roberta Gasco, si ostina a mantenere una proposta di legge finalizzata esclusivamente a creare nuove remunerate poltrone per burocrati che, come il caso della piccola Maria dimostra, i minori li tutelano soltanto a chiacchiere». La «restituzione» di Maria alla Bielorussia è sempre portato come esempio. «La Gasco avrà poi senz'altro spasimato per le sorti della bambina bielorussa ma, alla pari del Ministro Mastella di cui è supporter, non ci risulta che abbia sprecato una sola parola in sua difesa- incalzano i consiglieri -. Né ci si venga, infine, ad ipocritamente dire che se ci fosse stato un Garante regionale dei minori la vicenda della piccola Maria avrebbe preso tutt'altra piega dal momento che addirittura il presidente Burlando, nonostante un ordine del giorno unitario che lo impegnava in tal senso, non ha fatto niente. Giudichino i liguri chi i diritti dei più deboli li vuole difendere per davvero e chi, invece, in maniera fasulla». Intanto la regione finisce nel mirino anche del Mil, il Movimento indipendentista ligure che domani darà vita a una manifestazione di protesta per come è stato trattato dalle autorità il caso di Maria. I rappresentanti del Mil hanno chiesto di essere ricevuti da Burlando.
Ma lui ha fatto sapere «di essere impegnato presso l'associazione invalidi civili e di non aver trovato un altro assessore disposto a ricevere la delegazione». Va giù duro, Vincenzo Matteucci, presidente del Mil, che annuncia «una protesta ancora più dura, civile ma spietata, come contro l'arrivo dei Savoia a Genova»: Fischietti, pentole e megafoni sono già pronti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.