La Regione è donna con 58mila euro in 6 mesi

La Regione è donna con 58mila euro in 6 mesi

Paola Setti

Parità in tutto, ecco, anche nella distribuzione delle risorse. E poi dicono che Claudio Burlando non si occupa delle donne. Altroché, invece. La sua giunta ha appena stanziato la bellezza di 50mila euro per un progetto che si concluderà fra soli sei mesi più 8mila per un sito Internet la cui progettazione si concluderà entro marzo 2006. Fanno circa 11mila euro al mese. La firma sotto la proposta è quella dell’assessore del Pdci alle Politiche del lavoro Giovanni Vesco detto Enrico in onore del Berlinguer più degno. La data dell’approvazione farà storcere forse il naso a qualcuno visto che è il 30 dicembre scorso, fra un panettone e un brindisi.
Dice la delibera che trattasi di finanziare interventi di pari opportunità. Per dire: «Avviare azioni di sensibilizzazione sul tema della flessibilità degli orari di lavoro e sulle azioni positive finalizzate alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro», ma anche «coinvolgere attivamente le scuole nella diffusione delle pari opportunità» per non parlare di «approfondire il contesto lavorativo delle professioni in ambito educativo» per «acquisire le conoscenze di contesto e progettare interventi mirati di orientamento, in un’ottica di genere». Per ogni intervento, naturalmente ci si avvarrà di personale esperto, e così ecco quanto costeranno i quattro filoni previsti: 25mila euro la sensibilizzazione delle aziende, 5mila gli incontri nelle scuole e altrettanti la parte delle professioni educative, altri 15mila la manutenzione e l’aggiornamento del sito Internet, perché bisognerà pagare un amministratore, un documentarista esperto della normativa e un gestore delle newsletter. Ma il sito ne costerà altri 8mila, che va bene gestirlo ma ancora bisogna progettarlo e crearlo, ecco.
Sarà l’Agenzia Liguria lavoro a ottenere i finanziamenti e a realizzare i progetti. Tutti, però, «nei tempi e nelle modalità che verranno concordate con la consigliera di parità». Chi era costei? E chi lo sa. La delibera cita Maria Teresa Marras, che però non lo è più dal novembre scorso, quando al suo posto è stata nominata Valeria Maione con Daniela Chiappara supplente. Attualmente e fino al maggio 2006 Marras, un tempo Udc oggi Margherita, è se mai presidente del Comitato per le pari opportunità, che pare la stessa cosa ma non lo è.
Ieri Matteo Rosso di Forza Italia ha annunciato che sulla delibera, una di quelle che ai consiglieri regionali non sarebbero state consegnate, presenterà un’interpellanza in aula. «Per quanto degna sia la causa, mi pare che 58mila euro siano davvero una cifra spropositata - attacca -. Tanto più che la Regione ha già fin troppe pagine Web. E poi mi domando: se la giunta ha stanziato 58mila euro per sei mesi che cosa farà per i prossimi quattro anni e mezzo? E perché non utilizzano personale interno?».
A chi troppo a chi niente, alla Spezia la Provincia «dimentica» da quasi un anno di nominare il consigliere di parità previsto dalla legge. Pare che la maggioranza non riesca a mettersi d’accordo sul nome, di fatto allo scadere dei 12 mesi resteranno solo 60 giorni, poi dovrà pensarci il Governo. Il capogruppo dell’Udc, Alberto Maccagno, ha già scritto al ministro per le Pari opportunità Stefania Prestigiacomo segnalando che «da ben 11 mesi è scaduto l’incarico alle consigliere di parità nominate dal consiglio provinciale il 23 gennaio 2001 e, pur avendo l’Ente pubblicato un nuovo bando cui hanno risposto soggetti qualificati e sufficienti a effettuare la scelta dei nuovi consiglieri di parità, nulla è stato fatto».

Maccagno ha anche presentato in consiglio provinciale un’interrogazione «con somma urgenza» persapere, fra l’altro, perché non si facciano conoscere ai consiglieri le attività svolte dai due Consiglieri di parità eletti nell’anno 2001. Mistero.

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