Regione, le doppiette impallinano l’Unione: scontro sulla caccia

I Verdi attaccano l’Ulivo In aula lavori fermi per ore fra insulti, urla e minacce

Paola Setti

Come prima, più di prima. Un anno fa sulle doppiette si sdoppiò la maggioranza di centrosinistra in Regione, quest’anno, da ieri, è ricominciata la caccia a chi spara di più. Se l’Ulivo, che vorrebbe autorizzare la deroga sullo storno chiesta dalle associazioni venatorie e dalla Lega Nord, o se i Verdi, che già in maggioranza ci stanno a modo loro, cioè in disaccordo su tutto o quasi, e che annunciano una dura stagione di ricorsi da qui all’Unione europea. Consiglio regionale, in discussione c’è la nuova legge sulla caccia. La commissione l’ha approvata il giorno prima, con l’astensione del centro destra e l’unico voto contrario dei Verdi, ma sempre il giorno prima in una riunione di maggioranza i Verdi hanno strappato il no alla deroga per gli storni. Solo che ieri in aula a occupare le tribune riservate al pubblico c’erano qualcosa come duecento cacciatori esasperati, alcuni dei quali urlavano ai Ds: «Vi abbiamo votatiii», e così è successo di tutto. L’Ulivo s’è rimangiato l’impegno preso il giorno prima, e con i cacciatori si è impegnato a concedere la deroga. E il clima s’è surriscaldato parecchio, fra urla e minacce.
Gianni Plinio il capogruppo di An con tono provocatorio aveva appena domandato se la maggioranza fosse in grado di approvare o meno la normativa fra applausi dei cacciaori quando il diessino Luigi Cola si è avvicinato al pubblico: «Avete applaudito un fascista». È stato subito caos, un cacciatore ha cercato di scavalcare le transenne dell’emiciclo, Cola ha pronunciato almeno un «vaff...», c’è chi giura di averne uditi altri due, il presidente dell’assemblea Mino Ronzitti ha sospeso immediatamente la seduta. I lavori erano già stati fermi per quasi due ore per consentire l’incontro tra i capigruppo e i rappresentanti di Federcaccia, Libera Caccia, Enal, Anuu Migratoristi, determinati a ottenere «regole certe e definitive» e «meno penalizzanti rispetto al resto d’Italia» per citare il capogruppo leghista Francesco Bruzzone. Non era andata bene nemmeno lì, perché quando Cristina Morelli la capogruppo dei Verdi s’è resa conto che il resto del centrosinistra cercava di aggirare la normativa europea che vieta la caccia allo storno, ha abbandonato prima la riunione dei capigruppo chiedendo una riunione di maggioranza, poi la riunione di maggioranza gridando allo scandalo: «Non hanno gli attributi, se cambiano idea da un giorno all’altro spaventati dai cacciatori: sono vergognosi e patetici. Faremo ricorso alla Corte di Giustizia europea, la Regione rischia una multa milionaria». Alla minaccia, solo in serata è seguita la decisione di rinviare il tutto a martedì prossimo.
E se ieri Morelli lamentava la mancanza di appoggio da parte di Rifondazione, Comunisti italiani e Unione a sinistra, e sì che il neonato Forum solo il giorno prima le aveva chiesto sostegno per il progetto di «condizionare da sinistra l’azione della giunta», un attacco alla giunta è arrivato anche da Marco Nesci il capogruppo del Prc, che s’è detto «in totale disaccordo sul nuovo responsabile di Arte» nominato ieri.

Non per il nome, l’ingegner Vladimiro Augusti, ma perché «la missione data al nuovo amministratore unico è di gestire la dismissione del patrimonio immobiliare delle Asl secondo una logica solo economica che non risponde alla missione di Arte, che è quella, sociale, di dare la casa a chi ne ha diritto».

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