(...) che i partigiani li hanno quasi ormai solo nella ragione sociale. Quei soldi, insomma, non vengono stornati dal capitolo di spesa in cui evidentemente abbondano per essere aggiunti a voci meno «ricche».
Ecco dunque che questanno la Regione Liguria ha deciso di aumentare di 130mila euro le risorse per «laffermazione dei valori della Resistenza». Un aumento di oltre il 40 per cento rispetto alla cifra iniziale, che passa così da 300 a 430mila euro. Tutti soldi che ovviamente non saranno gestiti direttamente dalla Regione ma girati a varie associazioni che operano sul territorio ligure. E non solo. Perché una parte di questi 130mila euro in più, ben 50mila, serviranno per il restauro del Museo audiovisivo della Resistenza di Fosdinovo. Che è un paesino al confine con la Liguria, ma è in Toscana, provincia di Massa Carrara. «Dovrebbe pensarci la Regione Toscana», intervengono sdegnati Gianni Plinio e Matteo Rosso, consiglieri regionali del Pdl. Lobiezione viene fatta anche in commissione, direttamente allassessore al Bilancio G.B. Pittaluga, che spiega come il finanziamento possa essere comunque dato dalla Liguria perché il Museo è gestito da unassociazione che fa riferimento alle Province di Massa e La Spezia. Quindi un pelo di competenza territoriale cè e va bene così.
Magari di meno immediata comprensione è il motivo legato alle esigenze di «restauro» del Museo. La struttura infatti è una ex colonia estiva che è stata donata al Comune di Sarzana. Nel 1994 lAnpi ha ottenuto di trasformarla in museo della Resistenza, i lavori di restauro sono stati ultimati nel 1999 e il 3 giugno 2000 cè stata linaugurazione. Ora la Regione offre 50mila euro per il restauro. Di cosa si tratta, in realtà? È proprio quello che vorrebbero sapere Rosso e Plinio, che chiedono «il dettaglio di tutti i soggetti e tutte le iniziative finora finanziate dalla Regione».
Una richiesta che rischia di restare inascoltata visto che, come fanno rilevare gli stessi consiglieri del Pdl, Burlando deve ancora rendere noti i costi dei manifesti taroccati e persino latto pubblico con la firma di chi ha autorizzato la falsificazione.
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