La mattinata in consiglio regionale passa in fretta. Molto in fretta. Tra banchi desolatamente vuoti, assessori assenti, e una serie di interrogazioni meno attuali del Trattato di Vienna, i pochi politici «lavoratori» vengono premiati con la visione del nuovo look dellassessore Raffaella Paita, comparsa in aula in versione Mariastella Gelmini che tenta di imitare la cantante Arisa. Rigorosissima in tailleur nero su camicetta nera, risponde a uninterrogazione di Aldo Siri sui ritardi del Terzo Valico, ma cè da giurare che lattenzione riscossa sia dovuta soprattutto al nuovo taglio (e colore più sobriamente scuro) dei capelli, che concedono un ciuffo a destra appena sopra gli occhiali dalla montatura «vagamente» retrò. Di certo, la trasformazione improvvisa della marescialla della truppa Pd imbambola il presidente del consiglio Rosario Monteleone che usa il campanello a comando della stessa assessore, ormai perfettamente calata nella parte della prof e infastidita per il brusio in classe, pardon in aula. Campanella (ancora pardon, campanello) che non suona invece per ricordare alla titolare della cattedra (eddai, dellassessorato) alle infrastrutture che il suo tempo di replica è abbondantemente scaduto. Lapparenza forse inganna, ma anche nel tono della risposta e nella precisione del suo intervento, Paita sembra davvero aver a cuore gli insegnamenti del tanto criticato ministro dellIstruzione.
Ma se da un gusto che riscopre il passato viene il nuovo look dellassessora forte della giunta Burlando, dal trapassato remoto giungono gli echi di interrogazioni che sembravano ormai sepolte nei cassetti. Come fa giustamente laltro consigliere biasottiano, Lorenzo Pellerano, che sindigna quando viene chiamato a illustrare un suo atto presentato molti mesi fa e relativo ai rischi di trasferimento dellIstituto Idrografico della Marina. Un atto che in Regione è stato discusso solo ieri mentre la Provincia (dove era stato presentato più tardi) e persino la Camera che con i suoi 630 deputati è sempre vista come il simbolo della politica che non riesce a produrre, è stato inserito da tempo allordine del giorno.
Ultimo punto trattato prima dellimmancabile interruzione. Ieri ancora dovuta allincontro con i dipendenti dellospedale Gallino, minacciato dalle idee dellassessore alla Sanità Claudio Montaldo. Il quale però è stato costretto a rimangiarsi tutto. Secondo le sue nuove promesse, la struttura della Valpolcevera non rischia più il depotenziamento. La folle strategia dei tagli indiscriminati che piace persino a qualche esponente del Pdl (in testa il ministro Fazio) sembra essere stata fermata.
Regione, persino lassessore Montaldo si boccia da solo e «salva» il Gallino
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