La Regione prende la stessa direzione della Provincia

Gianandrea Zagato

Infrastrutture lombarde, la scelta di Roberto Formigoni è «diversa» da quella di Filippo Penati. Mentre la Provincia di Milano ipotizza un patto con Autostrade per rilevare le quote di Pedemontana e Tem così da divenire «concessionaria», la Regione Lombardia fa sapere che «lavoriamo per essere l’ente concedente delle autostrade e ci aspettiamo che sia stabilito con una norma in Finanziaria». Come dire: «La Lombardia fa un’altra scelta» rispetto a quella dell’istituzione di via Vivaio ma, attenzione, una volta ottenuta l’autorità di «ente concedente», la Regione, «lavorerà con coloro che sono i concessionari delle varie autostrade».
Che, in soldoni, significa: la Regione, con Anas, diventa l’ente concedente e la Provincia fa i lavori attraverso, spiega Penati, «il sistema Serravalle come nocciolo duro del nuovo polo» trovando però soprattutto capitali privati. Ma sull’operazione che «politicamente» l’inquilino di Palazzo Isimbardi spiega come «quella che offre maggiori garanzie qualora il centro decisionale si spostasse a Barcellona» cela un obiettivo ambizioso: quotare in borsa l’holding concessionaria, che è sempre quell’Asam al centro di una querelle giudiziaria.
Infatti, Alleanza nazionale ha presentato alla Procura della Repubblica un esposto che ipotizza «false comunicazioni sociali in danno dei soci e dei creditori». Atto «dovuto» fa sapere Giovanni De Nicola, capogruppo provinciale An, dopo «la lettura del bilancio e delle relative annotazioni del collegio dei revisori dei conti». E sempre An insieme a Forza Italia invita Penati «a spiegare qual è il “concambio” offerto dal Presidente a Rifondazione comunista che vagheggia di “patti con Penati, la BreBeMi non si farà mai”».


Nell’attesa, Bruno Dapei, capogruppo di Forza Italia, rende nota la sentenza del Tar che respinge il ricorso su Asam presentato dalla Casa delle libertà. Motivo? «La risoluzione è da ritenersi sottoposta al controllo del giudice contabile e del giudice penale» e la Casa delle libertà, aggiunge Dapei, «sta già facendo lavorare nuovamente i suoi legali di fiducia».

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