Regione, ritirata strategica di Rifondazione

Antonella Aldrighetti

Incespica e barcolla la maggioranza di centrosinistra alla Pisana, scivolando sulla “buccia di banana” delle 7 commissioni speciali. E oggi la discussione sulla manovra di bilancio non riporterà il sereno. Il primo segnale di crisi alla giunta Marrazzo è l’invito alla morigeratezza sull’utilizzo delle risorse pubbliche da parte di Rifondazione comunista che ritira a sorpresa i propri membri dai lavori delle commissioni consiliari. Il capogruppo del Prc, Ivano Peduzzi, seguito a ruota dai consiglieri regionali Enrico Luciani e Anna Pizzo, ha espresso il dissenso all’istituzione delle nuove commissioni con una lettera inviata al presidente del consiglio regionale, Massimo Pineschi, per comunicare che non prenderanno parte ai lavori. Poche migliaia di euro risparmiate che però spiegano la volontà di limitare i dispendi finanziari e per «sollecitare all’interno della maggioranza un confronto che arrivi a ridimensionare il numero delle commissioni e ottimizzare le risorse disponibili - ha spiegato Peduzzi - inoltre prendiamo atto che abbiamo trovato all’interno della maggioranza disponibilità in questa direzione». Parole che, pur mettendo l’accento sul grido di esultanza di Rifondazione dopo l’avvenuto “taglio” agli ingenti emolumenti dei consulenti-dirigenti ingaggiati dalla giunta Marrazzo, non convincono l’opposizione che scorge già aria di maretta nella maggioranza ulivista. «Il caso di Rifondazione comunista che ritira i propri rappresentanti dalle commissioni consiliari speciali ci fa pensare all’anticipo di una crisi nella maggioranza, di cui vediamo i segnali. Prenderà atto, Marrazzo, che la sua coalizione scricchiola?» si chiede, ironico, Fabio Desideri capogruppo della Lista Storace. Intanto restano i privilegi delle auto blu, destinate ai vertici della Pisana: un atto a firma del presidente del consiglio regionale stabilisce che «per svolgere i compiti istituzionali» potranno utilizzare le vetture di servizio anche il capo di gabinetto di Pineschi (ancora da nominare), il di lui vice Ernani Rosa e il segretario generale Aldo Ciulla. Precisazioni che suonano come un chiaro ammonimento.
«Continua la soap opera sulle commissioni speciali invece di prendere provvedimenti seri» commenta Bruno Prestagiovanni di An - che legge l’impeto moralizzatore come l’ennesimo parapiglia degli ulivisti. Sul quale scommette pure Andrea Augello vice presidente del Consiglio regionale, che andando al di là delle chiacchiere litigiose punta ai fatti e ai conti. «Dalla manovra di bilancio messa in campo l’altra notte viene fuori la temuta crisi di cassa: 450mila euro che - precisa l’ex assessore alle Finanze regionali - se sommati a quelli dell’anno precedente, altri 300mila vanno a provocare un buco consecutivo di 850mila. Da colmare se non vogliamo che la Regione venga commissariata e magari trovarci come commissario ad acta proprio Francesco Storace». Ma per dirla “in soldoni” che significa? «Così come l’assessore Nieri ha presentato l’assestamento, non ci sono coperture sulle transazioni - spiega - hanno evitato la vendita del San Camillo facendo conto sull’avanzo di cassa della sanità prodotto dall’ex giunta». E la stoccata finale arriva quando Augello si chiede come potranno essere recuperate le risorse.

«Forse con una manovra fiscale aggiuntiva predisposta con una delibera a parte oppure si ripropone qualche vendita?». Se di manovra fiscale si tratterà allora i cittadini dovranno mettere mano al portafogli? «Meglio - risponde Donato Robilotta - eliminare le agenzie regionali e i cda come recita l’articolo 54 dello statuto».

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