Una vasta area industriale a Ronco Scrivia a servizio della logistica. È lipotesi sulla quale sta lavorando la Regione e a darne notizia è stato ieri il presidente Claudio Burlando al convegno «Logistica e cooperazione: una opportunità di sviluppo per leconomia del Nord-Ovest» organizzato da Legacoop a Palazzo San Giorgio.
«Sviluppo Genova sta realizzando a Ronco Scrivia una grossa operazione su una vasta area industriale» ha precisato Burlando. Secondo il quale questa potrebbe essere una buona opportunità per lo sviluppo della logistica, in particolare a servizio del porto di Genova. Burlando ha delineato un sistema logistico a tre livelli: il primo sulle banchine, il secondo più interno ma sempre nellambito retroportuale ligure (la Valbormida per lo scalo di Savona, Ronco Scrivia per Genova, Santo Stefano per La Spezia), il terzo nelle piattaforme padane del Nord Ovest. Sul tema, ieri si sono confrontati, fra gli altri, i presidenti delle Autorità portuali di Savona, Genova e La Spezia, Regione, Provincia, i parlamentari Luigi Grillo e Graziano Mazzarello, Fabrizio Palenzona, presidente dellAiscat e della Slala (il sistema logistico ligure alessandrino), Giuseppe Smeriglio, direttore della divisione Cargo di Trenitalia e Franco Pronzato, amministratore delegato di Interconsult S.r.l. A introdurre i lavori Marco Cresta, coordinatore del settore autotrasporto e logistica di Legacoop Liguria che con il consorzio Abaco recentemente costituito (21 società per 2.500 addetti) e operante sia nella logistica che nel multiservice, si è aggiudicato il distripark di Voltri le manovre ferroviarie nel porto di Genova. «I nuovi spazi - ha sottolineato Cresta - non potranno essere sul mare: perché sono antieconomici i riempimenti e perché non risolverebbero i problemi viari. Si può pensare solo a una soluzione oltre appennino».
Fondamentale, secondo gli intervenuti al convegno, unintegrazione fra i porti liguri con la regione a fare da regista. E ieri Burlando ha sfruttato la vetrina del convegno per invitare porto e città a «riflettere» sul fatto che «è venuto il momento di mettere ordine in porto. Concessioni poco costose sono state ottenute per finalità improprie e ora bisogna liberare gli spazi per destinarli ad attività portuali in senso stretto». Non usa mezzi termini il presidente: «In porto ora cè troppa roba che non dovrebbe esserci. Non ce lo possiamo più permettere: sarà doloroso ma bisogna mettere mano al problema. Noi siamo pronti a fare la nostra parte Il porto e la città devono studiare questa vicenda e insieme a noi organizzare una risposta efficace».
In generale, ha annunciato poi il presidente, il sistema dei porti ligure sarà in grado di raddoppiare capacità nellarco dei prossimi 5-10 anni, passando dagli attuali 2,7 milioni a 6 milioni di teus.