Per tutto il 2007 e su tutto il territorio regionale non potranno essere avviate nuove attività mediche, dentistiche, specialistiche e fisioterapiche private.
Vale a dire che nessun medico potrà aprire un nuovo studio, tantomeno una sede succursale e, peggio ancora, sarà vietato a qualsiasi professionista trasferire la propria attività già avviata magari da anni. Addirittura di spostarla da un piano allaltro dello stesso stabile.
La singolarità della vicenda che, non ce ne voglia lassessore alla Sanità Augusto Battaglia ma preferiremmo utilizzare la dizione «accanimento contro libera cura in libero mercato», viene fuori candidamente - si fa per dire - dal Regolamento regionale stilato il 26 gennaio scorso per abrogare tutte le norme che in precedenza autorizzavano i procedimenti in ambito sanitario, mentre «contemporaneamente alla sospensione di nuove concessioni» non sono fatte operative le nuove disposizioni. Infatti larticolo 18 del regolamento in questione sospende le istanze delle autorizzazioni fino alladozione dellAtto programmatorio della Regione e comunque per un periodo non superiore a 12 mesi».
Lanalisi puntuale del provvedimento arriva dal vicepresidente della commissione Sanità Stefano De Lillo (Fi) che punta lindice anche su quella che è «una palese presenza di vuoto legislativo che deve essere colmata con urgenza a salvaguardia del diritto degli interessati a ricevere risposte nei tempi che le norme prevedono per la pubblica amministrazione».
«La situazione di stallo - sottolinea lazzurro - risulta ancora più dannosa per tutti coloro che già operativi sul territorio perché autorizzati allesercizio della professione già in precedenza si trovano costretti, loro malgrado, a sospende lattività per esempio per sfratto o, perché hanno deciso, oppure sono stati costretti, a eseguire lavori di ristrutturazione nello studio dove esercitano».
Certo che vista così la faccenda avrebbe dellincredibile contando pure il grave danno recato agli stessi pazienti.
«Non dimentichiamoci che la sospensione di una attività sanitaria determina, comunque, una interruzione di un servizio di pubblica utilità, interrompe la continuità assistenziale - chiosa lesponente di Forza Italia - con possibile grave pregiudizio per la salute dei pazienti in trattamento e gravi conseguenze economiche per gli operatori addetti».
Chissà se alla stessa giunta e forse proprio allassessore Battaglia verrà in mente di adoperarsi a risolvere questo problema così urgente e doveroso.