Politica

Regioni in gita premio tra pizze e affitti di lusso

GRAND HOTEL Milioni di euro spesi per le sedi di Bruxelles L’utilità? Avere una «base» per i vernissage enogastronomici

Sono le regioni a salire a Bruxelles e ad acquistare o ad affittare - con fior di quattrini - ville e palazzi come sedi di rappresentanza. L’Espresso, nel 2007, parlava di 9 milioni e passa di euro per la sede a sei piani del Piemonte in rue du Trone. I valdostani affittavano più modestamente a 285mila euro l’anno, ma Puglia, Veneto e Liguria avevano invece più generosamente aperto i portafogli spendendo 2 milioni di euro, 1,6 e 1,3. Due milioni anche il costo della sede del Friuli, mentre la Toscana tagliava decisamente ogni ancoraggio visto che nel 2005 aveva deciso di stanziare 12 milioni per l’acquisto di spazi in parte poi rivenduti a Marche, Umbria e Lazio. Altre realtà ci vanno coi piedi un po’ più di piombo. Calabria e Campania sono in affitto (da 170mila a 330mila l’anno) mentre la ricca Lombardia denuncia 245mila euro annui per spese di rappresentanza. Cosa poi riescano a combinare queste ambasciate regionali a Bruxelles è misterioso \. Raccontava nel 2003 uno dei pochi direttori generali italiani, di esser marchigiano ma di non aver mai ricevuto un invito dalla sede regionale. Anzi: gli risultava che solo una volta l’anno si aprissero quelle porte: per il consueto e un po’ scontato «incontro con le prelibatezze alimentari» della regione tra cui naturalmente non saranno mancate le classiche olive ascolane. Nel 2002, per l’apertura della sede della regione Sicilia, gli uomini di Totò Cuffaro organizzarono un megaparty nel salone delle Feste del comune, con affaccio sulla Grand Place, al cui successo contribuì un aereo fatto decollare da Palermo zeppo di soli prodotti tipici dell’isola.

E ancora fu la regione Campania, nel 2004, a sfornare in Place d’Espagne per ben quattro giorni ogni tipo e forma di pizza (a pagamento, benché con costi contenuti) per celebrare il marchio di tutela della «pizza napoletana verace» ottenuto dai burocratici uffici della Ue.

Commenti