Roma Le regioni rosse si ricompattano e dicono no al piano casa del governo. Mentre alcuni governi locali restano a guardare, le regioni tradizionalmente guidate dalla sinistra, Emilia Romagna, Toscana e Umbria, scendono in trincea contro il provvedimento che sarà approvato la prossima settimana dal consiglio di ministri. Ma più che il merito della legge salva-edilizia, i presidenti del centrosinistra avanzano critiche nel metodo.
Da Bologna il governatore Vasco Errani fa sapere che «il piano casa del governo pone problemi di costituzionalità», in particolare per il ricorso al decreto legge. «Cè un problema sugli strumenti e un decreto per gestire una competenza concorrente fra Stato, Regioni e Comuni è improprio». Senza contare che «si fa un condono preventivo. Questo non va bene, e può essere un danno per il Paese».
Dichiarazione fotocopia per Maria Rita Lorenzetti, energica presidente della regione Umbria, «Da una prima lettura del testo del decreto legge il nostro timore si conferma. Oltre a non essere il decreto legge lo strumento giusto per affrontare una questione così importante ci pare che sia anche incostituzionale. Berlusconi dovrebbe saperlo perché il suo precedente governo fece la stessa cosa con il condono edilizio, approvato con decreto legge. Noi ricorremmo alla Corte costituzionale che ci diede ragione».
Se anche questa volta le regioni ricorreranno contro il piano che snellisce le procedure per ledilizia e concede a chi ristruttura un bonus in cubatura, Lorenzetti non lo dice. Anche per la Toscana si tratta di una «messa in mora delle competenze regionali. Il governo - secondo il presidente della Regione Claudio Martini - dovrebbe limitarsi a dettare i principi generali, e invece con questo decreto entra nel dettaglio, anche minuto. Peraltro si adombra la sospensione de facto delle leggi regionali in materia urbanistica, alla faccia del dibattito sul federalismo». «Sembrano confermate le peggiori previsioni», gli fa eco lassessore al territorio Riccardo Conti che teme «ferite al territorio» che innescherà «una situazione di gestione caotica e di deregolamentazione selvaggia».
Critiche che dovrebbero approdare alla Conferenza Stato-Regioni, convocata mercoledì proprio per esaminare il provvedimento. Ma non è detto che tutte le regioni abbiano da ridire sullinvasione di campo, denunciata da quelle guidate dalla sinistra.
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