Regolamento lacunoso: perciò la squalifica di Pozzi può essere cancellata

Il centravanti della Samp è stato sospeso per un turno a causa di una bestemmiapornunciata negli spogliatoi a fine partita: infrazione rilevata dagli inviati della procura federale. Il testo non prevede entro quanto tempo si considera conclusa la partita

Abbiamo scoperto un'altra lacuna. Grazie alla bestemmia di Pozzi, centravanti della Samp, per questo squalificato dal giudice sportivo avvocato Tosel. L'infrazione è stata rilevata dagli inviati della procura federale circa 30 minuti dopo la fine della partita e riferita, nel rapporto, al giudice sportivo che l'ha sanzionata.
La Samp ha fatto ricorso ed ha buone possibilità che venga accolto cancellando l'ingiusto stop al calciatore della Sampdoria. Il regolamento infatti tace sulla durata del dopo-partita: entro quanto tempo si può considerare ogni evento correlato alla gara? 20-30 minuti? Nessuno è in grado di rispondere. Allora forse è il caso di specificare nelle carte in modo da evitare discussioni di questo tipo. Perchè la bestemmia si può e si deve punire se viene pronunciata in campo, se viene pronunciata davanti alle panchine, durante la partita, ma non a fine partita, dinanzi a un panino e una birretta, e magari avendo davanti un amico.
Tosel, il giudice sportivo, ha applicato la squalifica sapendo benissimo che il suo provvedimento può essere impugnato.

Ma il nodo vero è un altro: bisogna chiarire nelle carte federali i limiti temporali entro i quali l'eventuale bestemmia diventa motivo di squalifica. E solo un pronunciamento della Corte federale, in materia, può colmare la lacuna e mettere fine alle esagerazioni.

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