Renault-Nissan-Daimler triangolo che vale 4 miliardi

È stato ufficializzato ieri, a Bruxelles, lo scambio azionario tra l’Alleanza Renault-Nissan e Daimler Ag che crea, di fatto, un nuovo importante soggetto sulla scena mondiale dell’auto che vale, globalmente, 7,7 milioni di veicoli prodotti da oltre 600mila addetti. Con la benedizione dello Stato francese, che resta il primo azionista della ex Régie con una quota di poco superiore al 15% (uno 0,55% è stato acquistato in questi giorni per ricordare il ruolo del governo, non ingombrante ma sempre presente e generoso nelle sovvenzioni), Daimler acquista il 3,1% sia di Renault sia di Nissan, mentre ognuna delle due alleate rileverà l’1,55% del gruppo di Stoccarda, uno scambio azionario che dovrà essere perfezionato entro cinque anni.
Dall’accordo, come hanno precisato i due numero uno, Carlos Ghosn per Renault Nissan e Dieter Zetsche per Daimler, non nasce alcuna nuova società, ma una «cooperazione strategica» che, oltre a sviluppare benefiche sinergie che dovrebbero far risparmiare ai partner oltre quattro miliardi di euro, ha già alcuni obiettivi ben definiti da perseguire salvaguardando le identità di marca. La priorità è stata data alle prossime small car dei tre marchi, un’area dove Daimler potrà sfruttare le competenze di francesi e giapponesi nelle city car per la realizzazione della futura Smart Fortwo e farsi tentare nella riproposizione di una nuova Forfour (berlina) con esito possibilmente più brillante della prima generazione.
Tutto ruoterà intorno alla terza generazione di Twingo (a ruote motrici posteriori come la Smart), prevista per il 2013, che sarà prodotta nello stabilimento Renault di Novo Mesto, in Slovenia, insieme alla quattro posti, mentre la due posti continuerà a essere costruita nella fabbrica Smart di Hambach, in Germania. Più ampia, ma anche più delicata alla luce delle profonde differenze di immagine tra i tre marchi, nonostante l’apparente complementarietà tra le gamme, sarà la cooperazione nello sviluppo di nuovi motori, a tre e quattro cilindri, che l’alleanza franco-nipponica metterà a disposizione delle future compatte di Mercedes-Benz (Classe A e, forse, B) per creare degli «entry level» inediti per la casa della Stella che riuscirà così ad abbattere drasticamente le emissioni medie di CO2 della sua gamma. A Renault Nissan, che vedranno aumentare la produzione di motori e, probabilmente, la manodopera necessaria a costruirli nelle fabbriche francesi, Daimler fornirà motori a benzina e diesel per la gamma Infiniti, il brand di lusso di Nissan che, curiosamente, è un diretto concorrente di Mercedes-Benz, soprattutto sul mercato Usa.
Per realizzare le indispensabili economie di scala, molti dei propulsori che i tre costruttori utilizzeranno in futuro avranno inoltre in comune la maggior parte di quei componenti che non incidono sulla tipicità di ciascun brand. La cooperazione riguarderà anche il settore dei veicoli commerciali, con un «peso leggero» completamente nuovo che Renault costruirà dal 2012 nella fabbrica di Maubeuge per Mercedes, che dall’Alleanza riceverà anche motori e trasmissioni per il veicolo medio Vito. Fin qui pragmatici e concreti, Ghosn e Zetsche hanno toccato in maniera più generica il settore delle auto elettriche, dove i due costruttori dovranno individuare i punti di contatto tra le diverse strategie sinora adottate.


Nessuno degli accordi industriali che legano i tre marchi ad altri gruppi viene messo in discussione, anche se la collaborazione, secondo i due manager, è destinata a crescere, esplorando possibili sinergie commerciali tra i brand su mercati come gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone, l’India e la Russia, un feeling che potrebbe portare anche a uno scambio azionario più consistente che renderebbe l’accordo attuale ben più minaccioso per tutti i concorrenti.

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