Renault ricomincia dalla Mégane e prepara la «scossa»

da Milano

Preoccupa il calo della fiducia dei consumatori che si riflette su una minore propensione all’acquisto di auto. Meglio prepararsi al peggio e agire. Il gruppo Renault per preservare la sua competitività e redditività ha fatto le sue scelte: con determinazione ha aumentato i prezzi di vendita per assorbire l’aumento del costo delle materie prime, congelato o rinviato i progetti non prioritari, bloccato le assunzioni in Europa, tagliato circa 5mila posti di lavoro incentivando le uscite volontarie. I costi di struttura sono stati ridotti del 10 per cento. È stato inoltre deciso di riorganizzare alcuni impianti produttivi e si è deciso di ridurre le spese in ricerca e sviluppo dall’11,4 % del 2007 al 10% entro il 2010.
I francesi non vogliono farsi trovare impreparati. Oggi godono di discreta salute, come evidenziano i risultati del primo semestre: il giro d’affari è cresciuto del 2,3 % rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente a 20,9 miliardi di euro, grazie alle vendite, in aumento del 4,3%, per un totale di 1,32 milioni di veicoli (a fine anno dovrebbe essere superata quota tre milioni). Il margine operativo è stato pari a 865 milioni di euro, ossia il 4,1% del fatturato, contro il 3,5% di un anno fa. L’utile netto semestrale è stimato a 1,4 miliardi di euro. In casa Renault c’è comunque preoccupazione riguardo il piano «Contract 2009» che prevedeva l’aumento di 800mila unità a livello globale e il raggiungimento di un margine operativo del 6 per cento. Il presidente Carlos Ghosn sarà costretto a rivederlo e a modificare al ribasso alcune previsioni. «Stimiamo una crescita tra il 5 e il 10% per fine 2008 - ha spiegato il vicepresidente Patrick Blain - ma direi che saremo più vicini al 5 per cento».
La crescita, se ci sarà, passerà comunque solo attraverso risultati di rilievo nei mercati emergenti, certamente non in Europa occidentale. In ottobre, al Salone dell’auto di Parigi, Renault presenterà la nuova Mégane, nel 2009 si avrà il rinnovo di tutta la famiglia: in Italia arriverà anche la versione pick-up e furgoncino. Per quest’anno Renault pensa di immatricolare in Italia 135mila veicoli.
Soddisfazione, intanto, per il continuo interesse nei confronti delle auto low cost: la Logan, distribuita da Renault e Dacia, è stata scelta lo scorso anno da 6.500 italiani e quest’anno le vendite dovrebbero superare le 9mila unità. Il prezzo della versione station wagon è di 8.950 euro. A quattro anni dal lancio è già stata immatricolata globalmente in oltre un milione di esemplari tra berlina, wagon, van e pick-up (ora bisogna aggiungere la nuova world car Sandero nata sulla stessa piattaforma). Il successo si deve ai mercati emergenti, certo, ma Logan ha saputo ritagliarsi spazi importanti anche in Europa Occidentale. Oggi, è prodotta a Pitesti (Romania) in quasi 223mila unità l’anno (dati 2007), a Mosca in 72.700 esemplari, Curitiba (Brasile) in 47.391 vetture, Envigado (Colombia in partnership con Sofasa) in 24.643 veicoli, Tangeri (Marocco) in 18.856 unità e Nashik (India) in 18.100 pezzi.


Grande fiducia di Renault verso le auto elettriche: entro il 2015 la casa punta a immatricolarne oltre 100mila unità l'anno. Il piano prevede di convertire in elettriche i modelli Clio, Mégane e Kangoo dal 2011 per la distribuzione in Israele e Danimarca, prima di avviare la commercializzazione di massa.

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