Roma - Camusso contro Renzi: il sindaco di Firenze chiede che il Primo maggio i negozi del centro, invaso di turisti, possano aprire e la Cgil gli scatena contro uno sciopero tutto per lui.
Sindaco Renzi, è il primo caso di sciopero ad personam contro un sindaco: colpito?
«Non so se sono il primo in assoluto, certo la cosa è un po’ buffa. Noto che in Toscana molti altri sindaci hanno autorizzato le aperture, e non sono certo sporchi reazionari: dal sindaco di Pisa, il valoroso compagno Filippeschi a quello di Siena, di Forte dei Marmi, di Follonica. Tutti di centrosinistra. Eppure il problema pare solo Firenze».
Che cosa ha fatto per attirarsi le ire della Camusso, che è scesa in campo in prima persona?
«Ho semplicemente chiesto di poter usare una legge dello Stato, la legge Bersani, che lascia ai comuni turistici la facoltà di decidere l’apertura dei negozi. Oltretutto per una volta sono totalmente in linea con il Pd, visto che quella legge l’ha fatta il suo segretario».
In questa occasione però Bersani non è sceso in campo a difenderla.
«Non so, io non l’ho sentito, di sicuro lo sentite più voi giornalisti di me. Magari ha cambiato idea, non saprei».
Forse non vuol litigare con la Cgil.
«I sindacati hanno un ruolo diverso dai partiti, si può essere d’accordo su alcune cose e discutere duramente su altre. Una cosa è certa: il Pd non può prendere la linea dai sindacati. Io vorrei un Primo maggio in cui sindacato e politica fossero capaci di parlare di problemi concreti, i morti sul lavoro o la disoccupazione dei giovani, anziché difendere come un tabù l’idea che si debba far festa. Con patenti ingiustizie, oltretutto».
Quali ingiustizie?
«Dovrebbero spiegarmi perché i negozi devono stare chiusi e invece bar, ristoranti o stazioni stanno aperti. Se è un tabù, che lo sia per tutti: perché chi vuole prendere un cappuccino o pranzare fuori o magari andare al concerto promosso a Roma dai sindacati può farlo e chi vuol comprare qualcosa al centro di Firenze no? Forse che i camerieri dei bar o i controllori sono lavoratori con meno diritti degli altri?».
I sindacati hanno proclamato lo sciopero per difendere i commessi dei negozi, costretti a turni eccessivi. Non chiede un po’ troppo costringendoli a lavorare anche il Primo maggio?
«Senta, è da un anno che chiedo alla Cgil e agli altri di affrontare il problema dei lavoratori del commercio, e non ricevo risposte. Si interessano dei commessi solo il Primo maggio, dal 2 in poi chi se ne frega. Io non voglio costringere nessuno ai lavori forzati, anzi: per parte mia ho già convocato le parti datoriali per chiedere loro di far lavorare gli interinali in sostituzione degli impiegati, il Primo. In risposta han proclamato lo sciopero a Firenze».
Solo a Firenze? A Pisa i commessi possono lavorare?
«Esattamente, solo a Firenze: tanto che ho mandato una e mail alle segreterie regionali dei sindacati per fargli notare che devono allargarlo a tutta la Regione, se no sembra proprio uno sciopero politico contro questa singola amministrazione. Ho fatto una consulenza gratuita alla Cgil, a dimostrazione del fatto che ne ho gran rispetto. Non ricambiato, mi pare».
Non è la prima volta che la Camusso se la prende con lei...
«Già, ha anche fatto un esposto contro di me per la vicenda della turnée giapponese del Maggio fiorentino: evidentemente la Cgil pensa ci sia una diretta responsabilità del sindaco di Firenze per il terremoto, lo tsunami e pure l’incidente nucleare».
Non sarà che la Cgil ce l’ha con lei per le cose dure che, nel suo libro «Fuori!», ha scritto sui costi della casta sindacale?
«Io sono per dimezzare i posti e i costi della politica, dal numero dei parlamentari, come aveva promesso Berlusconi in campagna elettorale, per poi rimangiarselo, al finanziamento pubblico: trovo indecente la proposta Sposetti per raddoppiarlo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.