
Così come Marzio Tremaglia e Nicola Pasetto, Almerigo Grilz era uno di quei giovani che avrebbero potuto cambiare la storia della destra, quando ancora la sua identità si poteva pronunciare senza imbarazzi e il bisogno di declinarla insieme a un più rassicurante "centro". E, invece, la morte se li è portati via tutti e tre. Troppo presto e troppo malamente, facendone rimpianto e anche leggenda. Almeno per un certo mondo, nel cui recinto sono stati per lungo tempo reclusi, finché la forza delle idee e del loro coraggio non hanno (come era inevitabile) rotto anche quelle catene. E allora ecco i ricordi di Pasetto che da pioniere ottenne di avere a Verona un luogo dedicato a Sergio Ramelli, i convegni per mettere nero su bianco la cattedrale del pensiero conservatore e rivoluzionario di Tremaglia a 25 anni dalla sua scomparsa terrena e ora "Albatross" il film scritto e diretto da Giulio Base per raccontare la vita e la morte del primo giornalista morto su un campo di battaglia dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Archiviate alcune presentazioni che hanno già scatenato scontate, rancorose e davvero tristi polemiche, questa sera tocca a Milano: appuntamento alle 19,30 al cinema Citylife Anteo in piazza Tre Torri.
Del film, realizzato con 2,5 milioni di euro da One More Pictures con Rai Cinema, il contributo del Ministero della Cultura, Apulia Film Commission e Friuli Venezia Giulia Film Commission e la distribuzione di Eagle Pictures, già molto si è detto ed è l'incredibile vicenda di un inviato di guerra indipendente, così come amava definirsi, che dopo la militanza nel Fronte della Gioventù a Trieste dove con grande coraggio difese, anche fisicamente, le sue idee e i suoi ideali, con al prima telecamera regalatagli da Giorgio Almirante decise di fondare l'agenzia di stampa "Albatross" insieme agli amici Gian Micalessin e Fausto Biloslavo. L'idea? Raccontare i conflitti ignorati nel Medio Oriente, in Asia e in Africa. Una piccola-grande realtà che tenne testa alle grandi agenzie internazionali e fornì servizi a tutte le testate più prestigiose del mondo, grazie al coraggio e elle intuizioni dei tre amici.
Il film si apre con gli scontri di piazza a Trieste e Grilz, interpretato da Francesco Centorame, è alla testa dei ragazzi di destra. Con quelli di sinistra c'è Vito, personaggio di fantasia interpretato nel passato da Michele Favaro e nel presente da Giancarlo Giannini. Si scontrano, ma per scappare dalla polizia si danno una mano. Da lì nasce qualcosa: forse non un'amicizia, ma il rispetto reciproco che va oltre le divisione dell'ideologia. Con il presidente del Senato Ignazio La Russa che ha detto: "Finalmente un ricordo bipartisan".
E qui sta il messaggio di un film che stringe il cuore quando ,il 19 maggio 1987, a soli 34 anni, Almerigo filma la sua morte: colpito in Mozambico durante gli scontri a fuoco tra i guerriglieri della Renamo e i governativi marxisti del Frelimo.