Entrare in una hospoda per riscaldarsi e trovarsi a ordinare una pinta di birra. Berla, pagarla 25 corone e rendersi conto di quant'è buona e di quanto si è speso. 1euro. Per noi è incredibile, per un ceco è normale.
Basta questo, nient'altro per capire che il boom turistico degli ultimi anni non ha reso Praga una di quelle capitali tanto belle quanto care; una di quelle mete così gettonate da essere ormai inflazionate. No, Praga non tradisce se stessa e non delude il viaggiatore che la visita per la prima volta o ci torna per l'ennesima. Stupisce e si conferma una città di gran fascino.
Da scoprire, conoscere, esplorare. A piedi, in battello, in tram. In due giorni o in una settimana, ma sempre in movimento.
Su per la Neruda, l'antica via reale, fino al Castello. Dentro la Cattedrale di San Vito e fuori per il panorama. Da lassù è totale: si riesce a vedere l'insieme della mappa e della storia cittadina, a cogliere la grandezza, l'eleganza, l'antico e l'attuale splendore. E si resta colpiti dallo spettacolo di palazzi, cupole e campanili, e, forse ancora di più, dalla sfilata di ponti sulla Moldava.
Storia, arte, musica e cultura; religione, politica, potere e indipendenza. Scorrono sul fiume e sotto il Ponte Carlo, che è vecchio e robusto e ha retto e vissuto di tutto. Che è il simbolo di Praga e del Paese. Forte e vibrante, fu commissionato nel XIV secolo dall'Imperatore Carlo V. Lungo mezzo chilometro, largo nove metri, mosso dal via vai di artisti, venditori e passanti, collega la Città Vecchia alla Mala Strana e porta
fortuna.
Grazie alla statua di San Giovanni Nepomuceno, martire gettato nel fiume sotto il regno di Venceslao, che brilla sul suo percorso. Brilla per il gran numero di persone che l'hanno toccata, lucidandola, perché, secondo la tradizione, avvera i desideri e assicura il ritorno a Praga. Su quest'ultimo punto non c'è da sperarci, ma da crederci, e approfittarne per spingersi oltre le mura della Parigi dell'est lungo la Via dell'Ambra morava (www.viamorava.eu).
In due ore di treno (www.idos.cz) o di pullman (www.eurolines.it) porta in una terra ricca di storia e natura, dove il tempo pare essersi fermato cent'anni fa. Cittadine tranquille, gente riservata, nessuno che parla una lingua diversa dal ceco e accetta una moneta diversa dalla corona. In compenso tutti producono e offrono birra, ovviamente, vino Slovácko e slovinice (acquavite di prugne). Attorno un paesaggio che alterna distese di pianura a colli e rilievi sui cui saltano fuori castelli, chiese e rovine. Sono talmente tanti che si finisce a non farci più caso. Un rischio che diventa un peccato se porta a tralasciare luoghi unici per storia e architettura come il Monumento alla Pace di Slavkok u Brna, versione originale ceca della più nota Austerlitz tedesca (www.muzeumbrnenska.cz). O come il Palazzo Arcivescovile di Kromeriz, che merita una visita così come il Giardino dei Fiori che lo circonda con una passeggiata. In stile rococò dentro e barocco fuori, il complesso è patrimonio dell'umanità e celebre nel mondo per i 40mila volumi della biblioteca e, soprattutto, per l'Apollo e Marsia di Tiziano della pinacoteca (www.azz.cz; hotel e ristorante Octarna, www.octarna.eu; 10 euro prezzo medio di un pasto completo, menù libero. Una notte in camera singola con colazione inclusa: da 40 euro; doppia da 70 euro). Ancora una tappa alle terme di Luhacovice e una collana di ambra come souvenir prima di partire per Praga, dove bisogna tornare: lo dice la tradizione e lo impongono i voli, che sono collegati all'Italia solo dall'aeroporto della capitale (a novembre Ryanair inaugura il Milano Orio al Serio - Brno, che, però, si preannuncia comodo per la Moravia, ma non tanto low cost). La visita di Praga riprende allo scoccare dell'ora piena, quando sulla Torre dell'Orologio, nella piazza vecchia, si apre una finestrella dalla quale appaiono i dodici apostoli in processione.
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