No, sulla casa non si scherza in Italia. Siamo il Paese col più alto tasso di proprietari di case del mondo, siamo familisti e mammoni, la casa per noi è un utero più grande per restare avvolti nel calore materno. Le inchieste su affittopoli sono state le più seguite, il centrodestra vinse alle elezioni perché si chiamava Casa delle libertà, un ministro cadde per le scaiole proprio sulla Casa; Fini ha commesso vari abusi di ruolo e d’ufficio, ma ciò che non gli è stato perdonato dalla gente è proprio la casa a Montecarlo. La casa è sacra in Italia. Il colpo più duro inferto alla malavita è il sequestro delle case.
E gli arresti domiciliari da noi sono l’unica punizione che somiglia a un premio. Sì, però è vero anche l’inverso: quanti italiani, avendo la possibilità di affittare o comprare una casa aum-aum, si sarebbero tirati indietro? Quasi nessuno, per la stessa ragione di prima, perché considerano la casa un valore assoluto, non negoziabile, rispetto a cui l’etica è relativa. Se dici di no alla casa, è come se disprezzi la tua famiglia e metti in mezzo a una strada i tuoi figli che, come recita la costituzione materiale del Paese, so’ piezz’e core. Perfino il candidato sindaco di Milano, il vendoliano Giuliano Pisapia, si è trincerato dietro la mozione degli affetti per giustificare la casa del Pio Albergo Trivulzio alla sua compagna. Sembrava Vecchioni...
Di questa vicenda a me restano due crucci in più. Il primo è per la brutta fine che fanno le opere di beneficenza. Se dai una cosa a fin di bene, al vecchio Msi o alle opere pie, vedi che porcate combinano. Questi esempi sono un’istigazione a una vita dissoluta per i vecchi moribondi. Non lasciate niente perché poi se la godono i furbi.
Il secondo è per fatto personale.
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