Pietro Acquafredda
LIstituzione universitaria dei concerti (Iuc), che chiude la sua stagione con notevole anticipo sulle altre istituzioni musicali romane, ha deciso di non sottrarsi al rito delle celebrazioni mozartiane con una delle sue più straordinarie creazioni-simbolo, il Requiem (K 626), la cui composizione lo tenne occupato fino agli ultimi giorni della sua vita, e che lo stesso autore, a causa di uno strano presentimento, considerò come il «suo» Requiem; mentre, invece, è cosa certa che gli venne richiesto da persona che volle tenere segreta la sua identità e che poi sì è scoperto essere un ricco e bizzarro conte viennese, tale Walsegg, in memoria della sua consorte defunta, ma allo scopo di attribuirselo e spacciarlo come proprio e perciò lautamente compensato. Come altrettanto certo è che la partitura fu consegnata al committente che la fece ricopiare per far perdere le tracce del vero autore e la diresse nel suo palazzo per loccasione commemorativa.
La banalità della storia non potrà comunque mai intaccare la ricchezza musicale ed espressiva di questo testamento spirituale del grande musicista, che il destino gli impedì di completare, lasciando ad altri, il fedele allievo e amico Sussmayr, il compito di farlo, per ordine della moglie Costanza, a corto di soldi e desiderosa di incassare il saldo della somma pattuita dal marito.
La Iuc per questa chiusura di stagione in grande stile (nel frattempo però è stato annunciato un gradito fuori programma: in maggio Ashkenazy tornerà a celebrare Mozart assieme allOrchestra di Padova e del Veneto, nel duplice ruolo di pianista e direttore) ha invitato il Kolner Kammerchor ed il Collegium Cartusianum, i solisti Myung-Hee Hyun, Elisabeth Graf, Vincenzo Di Donato e Torben Jurgens, e ha affidato la concertazione e direzione a Peter Neumann.
Aula magna della Sapienza. Ore 17.30. Info: 06-3610051/52.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.