Milano - Ancora 48 ore fa lanciavano proclami di guerra contro i maniaci dello scaricamento gratuito da internet. E anche adesso nessun dirigente delle major della musica ammetterà mai di aver ceduto di un centimetro alla filosofia del peer-to-peer, il software che permette di condividere film e canzoni da computer a computer.
L’annuncio di ieri a Cannes però lascia pochi dubbi: i colossi mondiali della musica hanno ceduto quanto meno alla filosofia del peer-to-peer, tentando una nuova strategia per contrastare l’emorragia di ricavi, visto che i brani scaricati senza pagare diritti sono 50 volte di più di quelli scaricati a pagamento nei negozi on line. Dalla mezzanotte di ieri è on line un sito che permette di scaricare 30 milioni di brani in modo del tutto gratuito, grazie al sostegno delle grandi etichette discografiche. C’è tutto il gotha del cd: Universal Music, Sony Bmg Music Entertainment, Warner Music ed Emi. Gli internauti dovranno scaricare il software che permette di condividere i brani e poi avranno a disposizione gratis vaste fette dei cataloghi delle quattro etichette. Chi pagherà tutta questa manna? Gli inserzionisti pubblicitari che vorranno mettersi in mostra nel sito a cui non dovrebbero mancare i clic di milioni di utenti.
Naturalmente sempre che le limitazioni imposte ai brani non mettano in fuga gli ultrà del «download». Le canzoni, ovviamente in formato mp3, saranno dotate di un sistema di sicurezza che impedirà di masterizzarle su cd e per il momento anche di trasferirle sull’iPod (ma da Qtrax giurano che almeno quest’ultima limitazione è destinata a sparire nel prossimo futuro). Lo stesso sistema dovrebbe consentire ai gestori del sito di contare quante volte viene ascoltato ogni brano, in modo da ripartire equamente i ricavi della pubblicità tra le case discografiche e gli artisti. La società inoltre si è sperticata nel garantire la totale sicurezza del sito e l’assenza di virus, software spia e fastidiosi pop-up (le finestre che si aprono spontaneamente sul video dell’utente). Una dichiarazione d’obbligo, visto che tra i temi forti della campagna contro il peer-to-peer c’era proprio la critica ai rischi per il computer dell’utente.
Per il momento comunque qtrax.com non sarà accessibile da tutti i Paesi, l’Italia ad esempio ne è esclusa, cliccando il sito non compare. Si tratta comunque del segnale di una svolta epocale dell’atteggiamento dell’industria musicale. I segnali nell’aria c’erano già. A settembre dell’anno scorso era stato lanciato SpiralFrog, un servizio simile, ma sostenuto solo dalla Universal Music. Ed è di pochi giorni fa invece la notizia che il sito LastFm, acquistato nel maggio dello scorso anno dalla Cbs, avrebbe messo in Rete molti brani gratuiti. LastFm è una specie di radio personalizzata su internet. Il sito offre un servizio davvero particolare: consente di scegliere l’ascolto di un certo numero di brani. Le scelte dell’utente vengono memorizzate in modo da disegnare un profilo dei suoi gusti per proporgli poi selezioni personalizzate.
Riusciranno le major a convincere il popolo dei liberi
scaricatori ad adottare il nuovo modello? «Era importante fare questo passo - ha ammesso Allan Klepfisz, il numero uno di Qtrax - perché ormai la musica scaricata illegalmente è 50 volte superiore a quella venduta legalmente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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