«Residence Roma, la soluzione è vicina»

Marcello Viaggio

«Entro il 10 gennaio sarà risolto il problema del Residence Roma». Lo ha comunicato il Prefetto Achille Serra, subito dopo la conclusione del comitato per l’ordine e la sicurezza che si è tenuto ieri mattina a Palazzo Valentini. «Il proprietario del residence - ha specificato Serra - si è impegnato a individuare entro quella data il luogo dove collocare gli stranieri. C’è posto per le 150 persone che in base al censimento risulteranno regolari. Quando si effettuerà il trasloco, i clandestini saranno allontanati. Per gli italiani il Comune provvederà a pagare gli affitti». La destinazione di questi ultimi verrà decisa nei prossimi giorni. Anche il censimento degli stranieri verrà effettuato a breve. Ma gli immigrati in regola, secondo le stime, sono almeno 500. Dove finiranno gli altri? E i clandestini verranno effettivamente identificati ed espulsi? Le domande sono tante. Si rischia di creare un altro lager, magari a poca distanza.
Una situazione di degrado ai limiti della vivibilità quella del Residence Roma, nel quartiere Bravetta. Un centinaio, esattamente 127, le ultime famiglie in assistenza alloggiativa a spese del Comune, ma abbandonate in una struttura fatiscente, fra topi e immondizia. Nel residence altri 400 miniappartamenti sono affittati a stranieri, in maggioranza senegalesi, ma nessuno sa dire quante sono le persone che dentro effettivamente ci vivono. «Potrebbero essere 1.500, anche 2mila - calcola il consigliere di An Fabrizio Santori -. Il degrado che attanaglia il Residence Roma è una diretta eredità lasciata dalle giunte di centrosinistra. Ancora oggi il presidente del XVI municipio, Bellini dei Ds, si affanna ad assicurare che i clandestini saranno allontanati. Ma queste cose prima si fanno, poi si dicono. Se io fossi un clandestino, la prima cosa che farei, dopo aver ascoltato Bellini, sarebbe dileguarmi per qualche giorno, per poi tornare appena le acque si calmano». In sostanza, occorre evitare che si ripeta quanto avvenuto per lo sgombero della ex Snia Viscosa, a dicembre scorso. In quell’occasione, molti ricordano, fu lo stesso sindaco Veltroni a raccomandare di non identificare gli extracomunitari presenti nella struttura. Molti clandestini si affrettarono così a scavalcare i muri e dileguarsi.
«Siamo stufi della politica degli annunci, per Bravetta vogliamo i fatti - rimarca Santori -. Non vorremmo un “Roma-due”, fra un paio di mesi, magari a qualche centinaio di metri». Il quartiere, anche per la vicinanza del campo nomadi di Villa Troili, dove si annidano altre centinaia di irregolari, è diventato una sorta di Bronx. Molti cittadini vendono casa e scappano altrove.
A chiedere fatti concreti è anche il capogruppo di An al Campidoglio, Sergio Marchi: «Il Residence di Bravetta va sgomberato al più presto, perché ormai rappresenta una zona franca di criminalità e degrado, tra l’altro con la massiccia presenza di stranieri irregolari. Auspichiamo che, una volta identificati, gli irregolari vengano espulsi applicando rigorosamente la legge Bossi-Fini. Se ci sono realmente 150 nuovi alloggi a disposizione per l’emergenza abitativa, devono essere assegnati agli italiani regolarmente in lista nelle graduatorie comunali per la casa».

Il riferimento è ai 150 alloggi che il proprietario del Residence si sarebbe impegnato a reperire entro il 10 gennaio. La situazione di emergenza abitativa a Roma, sottolinea An, non ammette scorciatoie. Specie se il Comune dovesse in qualche modo contribuire ai costi alloggiativi degli stranieri.

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