Resta sfigurata dai raggi Uva al centro estetico

Ustioni al volto e alle braccia dopo una lampada. Aperta inchiesta ma gli apparecchi erano in regola

Michele Perla

da Rho (Milano)

È rimasta esposta ai raggi Uva di una lampada abbronzante per meno di tre minuti. Tanto è bastato per sfigurarle il viso al punto tale che dovrà ricorrere al chirurgo estetico. Nel frattempo però ha denunciato i titolari del centro abbronzante, facendo scattare un’inchiesta della magistratura chiamata a far luce su quanto accaduto. Vittima una signora di 38 anni residente a Rho, in provincia di Milano. Nei giorni scorsi ha varcato la soglia del solarium in centro, lo stesso che frequentava ormai da alcuni anni, per la solita lampada facciale. Un’operazione che solitamente dura una dozzina di minuti. Poco dopo ha cominciato ad accusare problemi al volto a causa della temperatura della lampada che sembrava eccessiva. La donna si è alzata ed è ricorsa al personale del centro, facendo presente l’inconveniente. Così, un’assistente, per lenire il bruciore, le ha applicato sul viso una crema doposole.
Tornata a casa la bruciatura ha provocato i suoi effetti devastanti: Dopo una notte insonne, caratterizzata dal bruciore, dalla secchezza della bocca e da forti dolori si è recata al pronto soccorso dell’ospedale cittadino, dove i medici le hanno diagnosticato le ustioni al volto ed agli arti superiori. Appena fuori, la vittima dell’incidente è corsa in caserma per denunciare i fatti ai carabinieri. Che non hanno atteso ad intervenire, informando subito il magistrato che ha disposto il sequestro cautelativo del solarium per il tempo necessario ai tecnici dell’Asl, chiamati ad effettuare le verifiche. Dalle quali è tuttavia emerso che i macchinari erano perfettamente funzionanti nonché in regola con le norme vigenti. «Per quanto riguarda la vicenda accaduta è in corso un’inchiesta che si concluderà con un processo, vista la denuncia della signora, vittima dell’incidente» ha fatto sapere il legale del centro abbronzante.

Al momento quindi rimane sconosciuta la causa dell’ustione che ha sfigurato il volto della donna; occorrerà stabilire se era idonea all’esposizione alla lampada, se la stessa prima di sottoporsi al trattamento abbronzante abbia rispettato le regole esposte all’interno del centro, ma soprattutto verificare se stava o meno assumendo farmaci non compatibili con i raggi Uva.
«Al di là dell’esito della vicenda – ha dichiarato la vittima - ci tengo a mettere in guardia tutti coloro che si espongono a questo trattamento».

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