Carissimo Lussana, senza tanti infigimenti, affermo subito forte e chiaro: «Io resto a Genova!» Resto a Genova nonostante Burlando e Vincenzi, resto a Genova perché, nonostante la mia origine antica ligure-ponentina cui sono sempre orgogliosamente legato, mi sono perdutamente innamorato di lei, dei suoi struggenti tramonti, del suo panorama di folgorante bellezza, delle sue armoniose discontinuità, dei suoi sconosciuti (purtroppo) capolavori artistici ed architettonici, dei suoi incomparabili siti tanto suggestivi quanto romantici, del suo mare, talvolta tempestoso ma sempre incantevole. Resto a Genova nonostante a causa di una delle sue innumerevoli buche sia scoppiata una gomma con rottura del semiasse della mia macchina, nonostante il traffico caotico, i parcheggi a caro pagamento, il centro storico (un tempo di affascinante attrazione) in cui ora spadroneggiano clandestini, punk bestia, rapinatori ed umanità varia non sempre della migliore qualità!
Resto a Genova perché, nonostante il mio girovagare per tutta Italia per motivi professionali, qui ho lasciato il mio cuore, i ricordi della mia giovinezza, la vita universitaria, il ritrovarsi da Cavanna (quello di via Pré, non quello del grattacielo...) a mangiare farinata, cuculli e bere un bicchiere di bianco per festeggiare il 22 preso dalla «terribile» prof. Lucifredi in Istituzioni di Diritto romano!!! Resto a Genova perché sarò pure un romantico ma come faccio a togliere dalla mente quando mi veniva il magone ascoltando Lauzi o Mina che cantavano «ma se ghe pensu»? E come dimenticare le «trasferte» a Pegli, allora ricca di belle spiagge, alla conquista di giovani mamme provenienti dal basso Piemonte; le mattinate trascorse al «Lepre» dove si poteva preparare un esame al caldo, considerato che si alloggiava, in due studenti, in una soffitta (oggi sarebbe una mansarda...) riscaldata da una stufetta elettrica con un solo bulbo!! E gli avanspettacoli del Superba, con le ballerine cariche di anni e di cellulite (non tutte, in verità), che facevano corona ai vari Valdemaro, Fanfulla, Maggio, De Vico e tanti altri, comici che averne oggi...!
Resto a Genova perché è puttana, ti conquista e ti respinge, la ami e la odi, ti incanta e ti ammalia, la sfrutti e ti sfrutta, vorresti fuggirne ma poi vorresti tornare sempre da lei, languida e fredda, seducente e malandrina, scostante ed insopportabile, talvolta anche repellente ma poi attraente nella sua sconcertante, inspiegabile, misteriosa concupiscenza, volgare e raffinata al tempo stesso.
Resto a Genova, caro Lussana, come ci resti tu e tantissimi altri, anche se ti viene la rabbia pensando che, soltanto una trentina d'anni fa, contavamo quasi un milione di abitanti ed ora siamo poco più della metà per carenza di lavoro.
Molto cordialmente.
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