Politica

«Resto al mio posto finché non torna la libertà»

Se si dovesse ritornare alle urne il centrodestra avrebbe un’ampia maggioranza dei voti col 55,7% e l’Unione si fermerebbe al 44,3%

Giuseppe Salvaggiulo

da Milano

Altro che riposo: dalla sua stanza nell’ospedale San Raffaele Silvio Berlusconi non si stacca dalla battaglia politica. Si collega a sorpresa per telefono con i deputati e i senatori di Forza Italia riuniti a Montecitorio e si dimostra più combattivo che mai.
Nella telefonata in cui tocca diversi argomenti - dalle polemiche sul film di Deaglio e Cremagnani che lo accusano di aver tentato di manipolare il risultato elettorale alle vicende calcistiche del suo Milan - il primo pensiero è un atto di gratitudine. Infatti il Cavaliere esordisce «ringraziando tutti per le tantissime manifestazioni d’affetto» ricevute dopo il malore. Poi conferma l’intenzione di partecipare alla grande manifestazione organizzata da Forza Italia, An e Lega sabato a Roma contro la legge finanziaria (e proprio per mettere a punto i dettagli organizzativi si sono riuniti ieri i parlamentari azzurri). Così l’ex premier dà appuntamento a tutti in piazza San Giovanni in Laterano: «Sarò in piazza in prima fila per un atto di opposizione collettiva contro il regime delle sinistre, per la libertà e contro le tasse».
Berlusconi rassicura i parlamentari azzurri sulle sue condizioni di salute dopo lo svenimento sul palco di Montecatini: «È stato un calo di pressione, legato alla stanchezza, allo stress e alla cura dimagrante. Non c’è nulla da preoccuparsi, i medici hanno condotto le indagini e stanno facendo di tutto per convincermi a lavorare di meno...».
Poi smentisce ogni ipotesi di ridimensionamento del suo impegno politico: «Non temete, io rimango fin quando non riporteremo l’Italia nell’alveo della totale libertà». Il leader di Forza Italia infonde ottimismo e cita nuovi e incoraggianti dati relativi a un sondaggio che - riferisce - gli è stato consegnato appena tre ore prima: se si andasse oggi alle urne, il centrodestra raccoglierebbe un’ampia maggioranza dei voti (55,7 per cento) mentre l’Unione si fermerebbe al 44,3 per cento.
Confortanti anche le rilevazioni demoscopiche relative alle intenzioni di voti per Forza Italia: «Siamo oltre il 31 per cento, l’Udc al 4,7 e la Lega al 4,9». L’annuncio suscita l’esultanza collettiva dei deputati e senatori di Forza Italia, riuniti nella sala azzurra di Montecitorio.
Nessuna percentuale, invece, per quanto riguarda An. Ma è solo colpa della precaria linea telefonica, che rende la voce incomprensibile proprio mentre il Cavaliere si accinge a comunicare il dato del partito di Gianfranco Fini.

Secondo l’ex presidente del Consiglio, l’ampio vantaggio assegnato dal sondaggio all’opposizione è la conseguenza, in parti uguali, dei pasticci compiuti dall’esecutivo sulla Finanziaria e dell’azione del centrodestra per contrastarla: «Le cose - è suo il commento - vanno molto bene per demerito del governo e merito nostro».

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