Claudio De Carli
Ottomila metri quadrati di impianto coperti da due teli divisi da una camera daria calda, quasi una copia del Centre mundial du cyclisme di Aigle in Svizzera ma con uso polivalente, non solo bici ma anche atletica, ginnastica, pesistica, basket e volley. Prevista una spesa di 10 milioni, cantiere aperto e chiuso nel giro di due anni e nessun intervento sulla struttura esterna, naturalmente tutto in project financing. Già sentito? Possibile: era lottobre del 2002, sul lettino del pronto soccorso il mitico Vigorelli, il tempio della pista che aveva ormai fatto il suo tempo e quindi bisognava riciclarlo al meglio perché lasciarlo lì faceva piangere i milanesi che lo affollavano negli anni Cinquanta. Dopo le corse dei cani, le partite di football americano e una pista prestigiosa di 397,5 metri non a norma, il Vigorelli si era trasformato in un megastand per aziende che cercavano spazio e palcoscenico per comici, in calendario finirono anche Panariello e Guzzanti. Tutto studiato per benino, perfino lidea rivoluzionaria della tendostruttura prodotta in Germania che evitava crolli sotto la neve.
Quattro anni dopo siamo a un nuovo restiling, i milanesi che vivono attorno al Vigorelli ormai non ci fanno più caso, ma questa sembra proprio la volta buona. Il nuovo progetto rientra in uno scenario di grande respiro, Fiera e dintorni per intenderci, e formerà con il futuro Museo del design e la Casa dei bambini, unisola pedonale fra le più grandi dEuropa, se non la più grande. Lamministrazione ha messo dei paletti da rispettare, ora si attendono i privati, spesa prevista che si aggira attorno ai 42 milioni di cui 11,8 arriveranno dal Comune come eredità degli oneri di urbanizzazione già versati per il progetto Fiera. Fra le ipotesi un centro fitness che verrà ricavato scavando sotto la mitica pista e una copertura trasparente che salverà leffetto cielo.
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