Un ragazzino di 16 anni dei Chicago picchiato dai New York. Unonta da lavare nel sangue. Così, nel giro di poche ore, si sono radunati in una decina e nella notte tra il 6 e il 7 giugno hanno dato lassalto al «Thini caffé», di via Brembo, ritrovo abituale dei nemici. Alla fine dello scontro a terra rimane David Stenio Betancourt Noboa, detto «Boricua», 26 anni, mentre altri due ragazzi, di 19 e 22 anni, se la cavano con ferite superficiali. E in queste ore sette dei nove assassini sono stati arrestati, tutti residenti in città o nellhinterland.
Chicago e New York sono le due bande sudamericane, nate dalla scissione dei Latin Kings, la prima «pandilla» nata a Milano, stroncata nel 2006 dalla polizia. Da allora altre gang giovanili sono spuntate come funghi: Forever, Mara Salvatrucha 13 e 18, Trinitarios. Senza mai raggiungere la pericolosità delle organizzazioni nate nei ghetti «latinos» degli Stati Uniti. Organizzazioni di stampo mafioso, che gestiscono traffici di droga, armi e clandestini. Ciascuna con il suo «esercito» per controllare il territorio.
A Milano siamo ancora allaggregazione spontanea e in tutto non raggruppano oltre 100/150 soggetti, tutti giovanissimi, spesso adolescenti. «Potremmo definire il loro comportamento bullismo esasperato» ha spiegato il capo della squadra Mobile Francesco Messina, che ha poi anche precisato i termini delle indagini.
«La nostra è stata una corsa contro il tempo: prendere gli assassini prima che gli amici della vittima tentassero di vendicarsi. Subito siamo riusciti a identificare uno degli aggressori, Gari Aguiles Robinson Salazar, 19 anni, nato in Ecuador, di Sesto San Giovanni. Allinizio ha negato, poi ha ammesso la sua partecipazione e ha anche spiegato i motivi dellaggressione».
Poi da lì sono arrivati tutti gli altri: tre salvadoregni, Francisco Antonio Rodriguez Alas, 20 anni, Alex Manfreddy Sanchez Funes, 19, e Eduardo Jobab Sepura Fuentes, 18, e altri tre ecuadoriani, Adrian Alfredo Tubetano Pesantes, 19 anni, Kevin Vladimir Mideros Oviedo e Carlos René Vilela Chomba, 21. Ancora latitanti, ma si presume non per molto, un peruviano e un ecuadoriano.
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