Il retroscena Armistizio tra Sgarbi e Letizia

Non è scoppiata la pace, ma «abbiamo firmato un armistizio». Vittorio Sgarbi è seduto in prima fila alla presentazione ufficiale della Bit. Sul palco il sindaco Letizia Moratti, che nel 2008 lo ha «licenziato» dalla giunta e a cui da allora aveva giurato guerra. Anticipando qualche mese fa che per farla perdere l’avrebbe sfidata alle prossime elezioni con una lista che nel nome la diceva tutta. «C.L.», Contro Letizia. Ma ieri il critico d’arte, presente alla manifestazione come sindaco del Comune siciliano di Salemi che espone negli stand un assaggio del «Museo della Mafia», ieri ha assicurato che la Moratti non correrà pericoli per colpa sua. O almeno, «avrei perso due mesi di tempo inutilmente, tanto ormai l’obiettivo che di farla andare al ballottaggio se lo è preso Fli, la mia lista sarebbe stata un doppione». Con la Moratti «ci siamo visti, abbiamo condiviso progetti in comune per Venezia, Milano e Salemi, c’è un armistizio». Il candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia? «É una persona che rispetto, meritava di vincere le primarie rispetto a quel “distruttore“ di Stefano Boeri», l’architetto che ora è il capolista del Pd. Ma Sgarbi forse non ha abbandonato del tutto l’idea di tornare a fare l’assessore alla Cultura sotto la Madonnina, se un pò furbescamente assicura che alle elezioni milanesi «mi asterrei dal voto, così mi terrei buono chiunque vinca». E mentre il terzo polo a caccia di un candidato sindaco ha tra i nomi in pole position quello di Manfredi Palmeri, nato guarda caso a Salemi, Sgarbi in realtà avrebbe preferito Salvatore Carrubba, il presidente dell’Accademia di Brera che si è già ritirato dalla corsa. Ma «sia chiaro che Fli e Api non li sopporto, poi se Fini vuole dimostrare che il suo partito esiste può farlo solo a Milano».
Sgarbi testimonial del Museo della mafia di Salemi ha attirato visitatori allo stand.

Ma tra le attrazioni della 31esima edizione della Bit ci sono anche il simulatore di guida di una F1 o la selezione dei migliori casinò internazionali, con desk e tavoli da gioco. La «Gaming Tourism Area», dove si scopre che il mercato del gioco in Italia vale circa 60 miliardi di euro e sta diventando una leva importante per i tour operator.

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