Piacenza «Questo ponte ha più di centanni, non è adatto a sostenere il traffico fra Emilia e Lombardia. Avevamo già chiesto all'Anas di costruirne un altro, nel 2006 ci ha risposto di autofinanziarlo». Il sindaco di Piacenza Roberto Reggi è in carica dal 2002, e aveva sollecitato la nuova opera dopo la piena di due anni prima. «Cera l'accordo sul programma - racconta -, era stata finanziata la progettazione. Secondo noi era di massima priorità, ma non per l'Anas. Ora manca un collegamento strategico, perché per 50 chilometri, a parte l'Autosole, cera solo questo ponte. Il ripristino sarà molto complicato. L'Anas non ha mai paventato pericoli di crollo: nei mesi scorsi aveva eseguito la manutenzione straordinaria. Evidentemente non è bastata se un'arcata è venuta giù». Nel 2006 un cittadino di Codogno, nel Lodigiano, aveva presentato un esposto, sostenendo che gli argini del fiume non sono sicuri. All'epoca l'ingegner Massimo Valente, responsabile dell'ufficio piacentino dell'Aipo, l'Agenzia interregionale per il fiume Po, aveva risposto che l'allarme era ingiustificato. «Non c'è un collegamento diretto fra il crollo del ponte - spiega Valente - e quella segnalazione. L'episodio riguarda un'opera stradale, in fase di verifica per tutti i fattori. Noi ci occupiamo della piena, monitoriamo le strutture, vigiliamo sugli argini. Qui la questione è più complessa, riguarda chi ha costruito il ponte».
Appunto l'Anas, proprietario e gestore dell'attraversamento stradale, che in un comunicato spiega come il crollo sia stato provocato dall'eccezionale ondata di piena. Il presidente Pietro Ciucci ha nominato una commissione per accertare le cause. «Gli argini sono efficienti - conclude lingegner Valente -, contengono la piena, non sono previsti cedimenti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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