Roma

Riapre la stazione «chiusa per nomadi» Salone: tornano i pendolari dopo 7 anni

Dopo sette anni riapre la stazione di Salone. È una notizia che promette un felice 2009 ai residenti e pendolari della zona a nord-est di Roma. Un bacino di utenza di 100mila persone, fra Guidonia, Settecamini, Setteville e giù fino a Ponte di Nona. I lavori di ristrutturazione della stazione stanno terminando in questi giorni. In pratica mancano solo i cartelli con gli orari ufficiali. Già in fresco lo champagne per l’inaugurazione. Il taglio del nastro avverrà, la data esatta è ancora da decidere, ai primi di febbraio. Nello stesso mese è fissato, avverte Trenitalia, il tavolo tecnico con la Regione per siglare il contratto di servizio. Spetta all’assessore Franco Dalia suggellare i termini dell’accordo. La stazione riaprirà quindi i battenti presumibilmente a marzo. Un paio di mesi, non di più.
Ed ecco i dettagli dell’intervento forniti da Trenitalia a Il Giornale. I lavori, costati 3 milioni, hanno riguardato innanzitutto l’apertura del sottopasso pedonale, indispensabile con il raddoppio dei binari. Sono stati poi costruiti ex-novo 400 metri di marciapiedi, ristrutturati l’atrio, le pensiline, la biglietteria. Rimesso a nuovo anche l’impianto di sonorizzazione degli altoparlanti. «Per quanto riguarda i parcheggi - spiega Trenitalia - quello laterale grande, un centinaio di posti auto, sarà dato in gestione al Comune. Il piazzale davanti alla stazione, invece, un po’ più piccolo, sarà riservato ai mezzi pubblici del Cotral». Un occhio anche alla sicurezza, in una zona che nonostante tutto resta isolata e a rischio. Al piano terra della stazione sarà allestito un presidio fisso di vigilanza costituito da 13 agenti della Polfer.
Si chiude così una pagina vergognosa della città. La stazione, sulla Roma-Sulmona, è chiusa dal 2001. Quando per le continue aggressioni dei nomadi del campo di Salone, invece di far presidiare la fermata dalle forze dell’ordine si preferì addirittura abolirla. La decisione testimonia il clima di resa che si respirava allora a Roma verso la delinquenza. Adesso il vento è cambiato. Ma dieci anni fa... I treni della Roma-Sulmona erano vittime di furti, sassaiole, vandalismi da parte di terribili gang di zingarelli. Furono pestati perfino dei vigili urbani. Il Far-west.
Ad aprire il campo nomadi era stata la giunta Rutelli. «Era esattamente l’8 agosto del 1997 quando a Salone arrivarono i nomadi - ricordano gli abitanti - Dapprima 600, poi oltre mille. Occupammo il municipio per protesta, ma nessuno ci dette retta. La stazione diventò il regno del terrore. Nessuno si azzardava a parcheggiare. Nel 2001 abolirono la fermata, ma sul treno non ci saliva nessuno».
Ora dopo sette anni la stazione sta per riaprire i battenti. «Per noi significherà raggiungere il centro in 15 minuti» spiega un residente di Settecamini. Da quelli di Ponte di Nona, invece, qualche rilievo critico: si poteva fare di più. «Mancano i servizi igienici, una scelta sicuramente operata in chiave economica ma a a discapito della clientela» rimarca il consigliere Pdl dell’VIII municipio Massimo Mancuso, già presidente del comitato di quartiere Ponte di Nona: «La sorveglianza della Polfer servirà da deterrente all’interno. Ma l’esterno resterà sguarnito. Noi dei rom di Salone non ci fidiamo». Rom o no, però, il futuro si profila migliore.

L’imminente avvio dei lavori per la fermata di Ponte di Nona segnerà il completamento della Roma-Sulmona nel tratto urbano.

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