Ribadita dalla presidenza del Consiglio la «franca e leale collaborazione» con gli Usa, che non è venuta meno neanche dopo luccisione di Calipari «Scelli ha agito senza informare il governo» Palazzo Chigi esclude direttive dellesecutivo e precisa
26 Agosto 2005 - 00:00Da Bagdad non è mai arrivata alcuna richiesta di curare i terroristi
Claudia Passa
da Roma
Se per liberare Simona Pari e Simona Torretta ha salvato la vita a quattro terroristi, Maurizio Scelli lha fatto nella più totale autonomia. Nessuno glielo aveva chiesto, e tantomeno ordinato. Se lex commissario della Croce rossa credeva di doversi guardare le spalle più dagli alleati americani che dai sequestratori delle volontarie di «Un ponte per», questo non riguarda Palazzo Chigi, né la «franca e leale collaborazione» che il governo italiano rivendica con la Casa Bianca.
Alle esternazioni di Scelli su presunti retroscena della liberazione degli ostaggi italiani in Irak, la presidenza del Consiglio risponde con una nota elaborata a seguito di consultazioni telefoniche tra villa Certosa, Palazzo Chigi, la Farnesina e labitazione del sottosegretario Gianni Letta. «Con riferimento alle notizie riguardanti svariate vicende che hanno visto cittadini italiani vittime di sequestri in Irak - si legge nel comunicato - si tratta di ricostruzioni riconducibili alla sfera di autonomia, nazionale e internazionale, propria della Croce rossa». Immune, come è noto, da «forme di controllo operativo, tanto meno di direzione, da parte delle autorità nazionali, e ciò per consentirle il riconoscimento di neutralità indispensabile per assolvere al proprio alto mandato umanitario nel rispetto di tutti i soggetti della comunità internazionale».
Sui dettagli della liberazione degli ostaggi, il governo ha già detto, a suo tempo e nelle sedi opportune, ciò che aveva da dire. «Senza entrare nel merito di quanto riferito dal suo Commissario, cui vanno riconosciuti indiscussi meriti nellopera svolta a favore di feriti e sofferenti in Irak come in altre parti del mondo - prosegue la nota -, si sottolinea come le autorità di governo della Repubblica e i suoi apparati non abbiano mai condizionato né orientato la sua azione. che, si ribadisce, si è sviluppata in piena autonomia». Di ciò che è avvenuto in Irak, delle presunte cure prestate a quattro terroristi ricercati dagli Usa, Scelli a questo punto dovrà dar conto in proprio. Forse anche allautorità giudiziaria.
Quel che al governo preme invece puntualizzare è la «piena e reciproca» collaborazione con gli Usa, messa in dubbio dal racconto dellex capo della Cri che sè prodigato in dettagli su un presunto gioco a «nascondino» orchestrato per tacere agli americani, e finanche al vicecomandante (italiano) della coalizione, levolversi delle trattative. «Quanto allasserita volontà della presidenza del consiglio di operare per la liberazione degli ostaggi italiani tenendone alloscuro gli Stati Uniti - chiarisce il governo -, si richiama quanto già in più sedi affermato». Ovvero a una collaborazione che «è sempre stata piena e reciproca», come proficuo è il comune impegno «per la stabilizzazione dellarea e per la sicurezza delle forze della coalizione, così come del popolo e del legittimo governo di quel Paese». Una collaborazione «franca, leale», che non è venuta meno neppure nei momenti di reciproca franchezza come quelli seguiti alla morte di Nicola Calipari. «Mai sono state espresse volontà di segno contrario o anche semplicemente diverso, come confermato dalla costante sinergia che ha permesso il conseguimento congiunto di ripetuti importanti successi anche nel settore intelligence, proprio in Irak e, più in generale, nei teatri di crisi».
Intervistato nel pomeriggio, Scelli ha ingranato la retromarcia, rivendicando «in esclusiva» loperato della Cri, in attesa di decidere quale delle tante versioni riferire al Copaco che lo convocherà con i rappresentanti del governo e del Sismi. Il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, non è tenero: «È un libero cittadino; che abbia curato i terroristi, lo dice lui, non risulta a nessuno e nessuno glielo ha chiesto». Lambasciata Usa liquida la vicenda con un «no comment». La Croce rossa internazionale lascia trasparire irritazione: «Non eravamo informati dei negoziati di Scelli - dice la portavoce Antonella Notari -, non abbiamo commenti da fare. Ci rivolgeremo alla Croce rossa italiana.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.