Il ribaltone dei motori: F1 tutta sorpassi e MotoGp nella noia

Nel nobile mondo che romba, nello specifico parliamo di Formula 1 e motomondiale, succede che il calcio è diventato basket e il basket è diventato calcio. Significa che in Formula 1, là dove si facevano pochi sorpassi e quindi imprese rare come i gol, ora è tutto un canestro; significa che nella MotoGp, là dove prima era un festival di cambi di posizione e canestri a voluttà, ora il sorpasso è diventato merce pregiata come un bel gol.
Signore e signori, la confusione regna sovrana nel rumoroso mondo che corre a trecento all’ora e non c’entra che la Ferrari fosse, prima, in ritardo tecnico, e, adesso, terribilmente sfortunata. Anche perché è doveroso ribadirlo: a Montreal, l’altro giorno, non è stato tanto un problema di strategia sbagliata (la mossa su Alonso era giusta) quanto di pura e semplice e fantozziana sfiga. Come ha giustamente sottolineato il team principal Stefano Domenicali, Button e la McLaren hanno «fatto scelte strategiche simili alle nostre, le stesse per cui noi ora veniamo criticati con una severità che riteniamo eccessiva». E la confusione regna sovrana anche fra le moto perché se all’improvviso manca un mattatore della lotta corpo a corpo come Rossi ecco che la griglia di partenza fatta di 16 piloti (Pedrosa è ko) non è un bel vedere a prescindere, tanto più quando il plotone si sgrana durante la gara e quando sui missili Honda di quest’anno ci stanno piloti come Stoner o Pedrosa che adorano la fuga in solitaria ammazza Gp.
Questa inversione di ruoli sta inoltre provocando devastazioni varie fra il pubblico televisivo legato com’era e com’è a consuetudini radicate in decenni di corse. Per esempio, ha il mal di testa come gli stoici Mazzoni, Capelli e Bruno, bravi telecronisti costretti a correre a mille all’ora. Di più: il pubblico F1 è disorientato perchè era felicemente abituato a gestire un paio di scariche adrenaliniche (la partenza e un bel sorpasso, al massimo due, durante la corsa) per poi dedicarsi a innumerevoli pit sop in bagno, a drive through in cucina, persino a stop and go al telefono con amici. Adesso, invece, non può neppure guardare il telecomando per alzare il volume che il primo pilota non è più primo e neppure il secondo è primo… perché primo diventa l’ultimo come Button a Montreal.


Quanto alla MotoGp l’esatto contrario: un pubblico da sempre abituato a 45 minuti di canestri e sorpassi a go-go, non ha difese. Per questo, ora, nella noia, non s’addormenta neppure… perde direttamente conoscenza. E sai che fatica per i bravi Meda e Reggiani rianimarlo…

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