Politica

Il ribaltone titanico della sinistra

Che cosa succede nella piccola, ma importantissima, Repubblica di San Marino? In questi giorni si sta svolgendo un ribaltone politico che ha lo scopo di formare un governo di sinistra allineato con quello italiano, benché le elezioni del 4 giugno abbiano consacrato la Dc primo partito e fatto perdere vistosamente consensi alle sinistre. Ma perché occuparsi di San Marino? Perché la sua importanza internazionale cresce in continuazione e la preoccupazione internazionale, non soltanto italiana, cresce di conseguenza. Nello scorso anno gli esponenti della Repubblica del Titano in visita diplomatica a Washington si sono sentiti brutalmente rimproverare una politica equivoca nei confronti di trafficanti che si suppone connessi con il terrorismo e in quel caso gli americani furono estremamente decisi: nessun trattato internazionale protegge la piccola Repubblica, di qui la minaccia di rappresaglie gravissime se fossero giunte altre notizie su attività di rilievo sul piano della sicurezza. Nel passato la piccola Repubblica è stata un territorio di fedeltà comunista e internazionalmente legata all’Urss (tutti ricordano il braccio di ferro con Mario Scelba ministro degli Interni della guerra fredda, che faceva smontare le automobili che andavano al Titano, dove l’Urss aveva impiantato una potente stazione radio) e i legami con il mondo ex sovietico sono tuttora fortissimi, come dimostra il grande numero di voli per le ex Repubbliche dell’Urss che decollano e atterrano all’aeroporto di Rimini di cui il piccolo Stato è in parte proprietario. A questo va aggiunto l’enorme potere che hanno le banche, che possono ormai garantire una forma di segreto blindato che la stessa Svizzera non è più in grado di offrire, fatti salvi i vincoli legati alle inchiesta sulla criminalità con lo Stato italiano e la Banca d’Italia. Le censure europee e americane sono fioccate ed è recente la richiesta della Federal Reserve degli Stati Uniti alle istituzioni italiane di bloccare ogni transazione in dollari con San Marino, avvertimento che è in genere considerato come un primo passo prima dell’inclusione nella «black list» dei Paesi riciclatori e nell’elenco degli Stati canaglia dopo che esponenti della sinistra sanmarinese sono rimasti coinvolti in vicende di sospetto sostegno al terrorismo internazionale e a Paesi che praticano la proliferazione nucleare, inclusa la vicenda clamorosa di un traffico di uranio arricchito che, grazie a personaggi tuttora in auge nel partito socialista, nel giugno del 2005, doveva essere consegnato ad un Paese islamico trasportato da un jet di proprietà di una banca sanmarinese. Il jet fu intercettato dai caccia italiani, costretto all’atterraggio e posto sotto sequestro. Questi trascorsi oscuri, ed altri che per brevità non citiamo, hanno una enorme importanza per il futuro politico della Repubblica del Titano, dal momento che molti investitori statunitensi hanno manifestato l’intenzione di investire miliardi di dollari in infrastrutture e progetti trasparenti, regolati dalle severe leggi americane, allo scopo di fornire alla Repubblica una fonte si investimenti limpidi, poderosi, volti al rinnovamento del Paese, ma tutto questo a condizione che la Repubblica del Titano si desse un governo conforme alle aspettative dell’elettorato, e cioè chiuso a sinistra. E questo perché a livello internazionale sono molti gli uomini della sinistra sanmarinese che vengono guardati con sospetto per le loro contiguità e simpatie internazionali. Questo quadro di riferimento è necessario per valutare l’importanza di quel che sta succedendo negli ultimi due giorni a San Marino dove di colpo, e contro ogni previsione e logica, i socialisti hanno scaricato i cattolici conservatori. Il governo che stava già nascendo è di colpo abortito e i cattolici hanno dovuto rimettere il mandato. Che cosa è successo per determinare il ribaltone? L’ex ministro degli Esteri (Segretario di Stato) Gabriele Gatti ha detto che «c’è molta amarezza per questo esito inaspettato», e cioè una improvvisa alleanza, frutto di enormi pressioni durante la notte fra il 3 e il 4 luglio, fra socialisti, democratici, Sinistra unita e Alleanza popolare, mentre il primo partito del Paese, il Pdcs (Partito democristiano sanmarinese), benché vincitore delle elezioni, va all’opposizione. Per ora, i due reggenti Loris Francini e Gian Franco Terenzi si sono visti riconsegnare il mandato e stanno lavorando per una soluzione politica. Nel frattempo l’ambasciatore americano in Italia Ronald Spogli, certamente non riferendosi a San Marino ma al nostro Paese, ha sottolineato durante la festa del 4 luglio che «la sincerità è un segno di vera amicizia» e che le divergenze vanno espresse apertamente.

Secondo gli osservatori, il cambio di maggioranza è stato ispirato da forti pressioni politiche italiane ed è andato di traverso agli investitori stranieri (anche europei e non soltanto americani) che contavano su un nuovo corso sia politico che economico, sottratto cioè alla tradizione di commerci di basso profilo e non sempre limpidi con l’Est europeo e i Paesi islamici.

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