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Ricattata dall’amica a 14 anni ruba ai genitori per pagare «il silenzio»

UdineGiovani bulle crescono. E si danno al crimine.
È l’aberrante storia che vede una ragazza di appena sedici anni e il suo complice diciannovenne G.L trasformarsi in violenti ricattatori della loro comune amica. Entrambi sono stati arrestati venerdì dagli uomini della Squadra mobile della Questura di Udine con l'accusa di estorsione continuata in concorso.
Vittima di ricatti, minacce e violenze psicologiche è una ragazzina di 14 anni che è stata costretta, in una spirale perversa di bullismo criminale, fatta di ripetute minacce che andavano avanti dal mese di marzo, a consegnare alla presunta amica più grande, in varie tranche, almeno 1500 euro, cifra con cui, nelle intenzioni della «taglieggiatrice» compagna di scuola, si poteva comprare il silenzio su un innamoramento adolescenziale fra la quattordicenne e il suo fidanzatino.
La spia che avrebbe poi messo in moto la macchina investigativa è stata la sparizione ripetuta del denaro dai portafogli dei genitori della giovane vittima la quale, stando alla ricostruzione della sezione Reati contro la persona che si è occupata del caso, dopo aver attinto ai propri risparmi si è procurata le cifre richieste dalla ricattatrice rubando dai portafogli di mamma e papà. L'oggetto del ricatto studiato dalla bulla con l'appoggio del diciannovenne G.L, ruotava principalmente intorno al flirt con il ragazzino di cui si era invaghita la quattordicenne che ha svelato il suo segreto proprio alla persona che riteneva forse, all'inizio dell'anno scolastico, la sua miglior amica. Non ci ha pensato due volte, invece, la sedicenne a trasformare la confessione dell'amichetta più piccola in un'arma per ricattarla.
«Se non paghi racconto tutto ai tui genitori e ti rovino», avrebbe minacciato la sedicenne, prima verbalmente e poi con messaggini, la più piccola che temeva che la famiglia avrebbe potuto rappresentare un ostacolo al suo primo flirt.
Fra i vari sms minatori inviati al cellulare della vittima e trovati dalla polizia, questo è simbolico: «Se non mi dai cento euro dico ai tuoi che ti vedi con quel ragazzo». Le pressioni pare avvenissero anche personalmente, con minacce. Soltanto dopo mesi, quando i genitori accortisi delle continue sparizioni di denaro hanno messo la figlia con le spalle al muro, lei ha trovato il coraggio di confessare il suo incubo. Ed è stata proprio la madre, il 22 aprile scorso, ad accompagnarla in Questura per denunciare tutto.
È scattata l’indagine. Dopo un relativo periodo di silenzio, i due estorsori recentemente sono ricomparsi ancora una volta per pretendere denaro: stavolta con un sms chiedevano 900 euro da riscuotere entro settembre, in due tranche. A questo punto è scattata la trappola degli investigatori.
Il luogo dell'appuntamento viene fissato davanti al Mc Donald's di fronte alla stazione ferroviaria di Udine. la sedicenne e il suo amico arrivano a bordo di un auto da cui non scendono. Si accostano al marciapiede per farsi passare, nascosti in un quaderno, cento euro, senza immaginare però che le banconote fossero state precedentemente fotocopiate dalla polizia. E che proprio in quel momento tutta la scena fosse filmata dagli agenti nascosti tra la folla.
Al termine del passaggio di denaro i poliziotti sono entrati in azione. E per i due sono scattate le manette. Sono state contestualmente sequestrate le banconote, i due telefoni cellulari e le sim card usate per la spedizione dei messaggi minatori.

Il maggiorenne è stato condotto nella casa Circondariale di Udine, mentre la minorenne, a quanto pare l’ideatrice del ricatto ai danni dell’amica più giovane, è finita in un centro di prima accoglienza a Trieste.

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