Il «ricatto» dei centri sociali: il prefetto stoppa Forza nuova

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Michela Giachetta

La divisione è nota: da una parte Forza Nuova, dall’altra i centri sociali. L’oggetto del contendere, questo sì, è nuovo. Si tratta di una piazza, San Felice, zona Centocelle, dove sabato si sarebbe dovuta svolgere una manifestazione organizzata dall’associazione di destra. Il condizionale è d’obbligo, dato che il prefetto Achille Serra, ieri ha parlato di «grosse difficoltà a farla svolgere». Ma procediamo con ordine. I rappresentanti di Forza Nuova hanno organizzato per il 4 giugno una manifestazione, con tanto di preavviso alla Questura. «Abbiamo seguito tutto l’iter burocratico previsto dalla legge - spiega Gianguido Saletnich, di Forza Nuova - Vogliamo scendere in piazza per difendere i lavoratori italiani dall’invasione di prodotti stranieri». Contro questa manifestazione si sono però schierati gli antifascisti, guidati da Nunzio D’Erme e da vari centri sociali della capitale. Si sono schierati a favore del «no» a Forza Nuova anche vari presidenti di Municipio, come Sandro Medici e Massimiliano Smeriglio. Quello che i centri sociali contestano è soprattutto la scelta della data: il 4 giugno, infatti, è l’anniversario della liberazione di Roma. Ma anche il luogo: «Centocelle - spiega Adriana Spera, consigliere comunale del Prc - è un importante quartiere popolare della periferia della città che ha visto il sacrificio di decine di giovani antifascisti, impegnati nella liberazione di Roma». I centri sociali si sono quindi dati appuntamento in piazza San Felice, per quella che Massimo Carconi, membro di Rifondazione Comunista nel IV Municipio, ha definito «una festa per la liberazione della città, più che una contromanifestazione». Sarà anche una festa, ma le parole usate da altri esponenti di sinistra hanno da subito lasciato presagire altre cose. «Forza Nuova è un’organizzazione neonazista e neofascista per ideologia, simboli e pratica, che va contro la legalità nazionale - protesta Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione Comunista alla Camera - Vorrei che la Prefettura e la Questura non ci costringessero ogni volta a chiedere la revoca delle loro iniziative». E visto che la Questura li «costringe», la stessa Questura, in qualche modo, si piega alla loro volontà.

«Ne ho parlato con il questore - ha dichiarato ieri il prefetto Serra - Penso si sia orientati verso un divieto a farla svolgere». La scusa ufficiale è «motivi di ordine pubblico». Che si tratti di una scusa o meno poco importa, il risultato è che la manifestazione, pur regolarmente autorizzata, molto probabilmente non si farà.

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