Riccardo Muti grande alleato di Ratzinger. Il maestro confessa la sua ammirazione per il Pontefice che ha fatto della bellezza, della musica e del recupero della sacralità nella liturgia la cifra del suo pontificato. «È un grande dono per lumanità e per la Chiesa allinizio del terzo millennio avere un Papa che rivendica spazio e rispetto nella Chiesa e nella società civile» per la musica, «questalta espressione umana», scrive Muti nella prefazione al libro Lodate Dio con arte (Marcianum Press, pagg. 270, euro 24, in uscita a metà maggio) che raccoglie per la prima volta tutti gli scritti e gli interventi di Joseph Ratzinger dedicati alla musica. «Cantare è quasi un volare confidava il Papa in occasione di un concerto dei Domspatzen un sollevarsi verso Dio, un anticipare in qualche modo il canto delleternità».
Muti sostiene Benedetto XVI che intende risollevare le sorti della musica liturgica: «Ha ragione il Papa quando in più circostanze lamenta il basso livello della musica da consumo, in particolare della musica e dei canti eseguiti nelle chiese in questi ultimi decenni soprattutto da noi in Italia. Ma la causa è linadeguatezza delleducazione musicale. Quello che si fa nelle scuole è troppo poco e le attività alternative o sussidiarie sono solo per pochi fortunati. Nelle parrocchie, poi, almeno in Italia, leducazione al canto dei cristiani penso sia una delle ultime preoccupazioni pastorali dei nostri parroci e forse anche dei vescovi». Il maestro, a partire dalle pagine di Ratzinger, auspica la rinascita delleducazione musicale. «Sono davvero grato al Papa scrive per aver riportato al giusto posto, lattenzione alla musica dentro e fuori della Chiesa, ponendola semplicemente come fattore essenziale nella vita degli uomini. I suoi studi sono illuminanti soprattutto per la musica sacra. Sgombrano il terreno da equivoci e fondamentalismi pro e contro, che in questi anni hanno creato scontro piuttosto che dialogo e ricerca comune per il bene della Chiesa e della sua liturgia. Rendono ragione del disagio che tanti provano andando a Messa. Ma fanno anche sperare in una ripresa dellarte musicale che faccia un buon servizio alla liturgia e alla vita del nostro mondo».
Tra i brani più significativi citati nel libro, cè quello in cui Benedetto XVI, riflettendo sul fondamento teologico della musica sacra, afferma: «Se la Chiesa deve trasformare, migliorare, umanizzare il mondo, come può far ciò e rinunciare nel contempo alla bellezza, che è tuttuno con lamore ed è con esso la vera consolazione, il massimo accostamento possibile al mondo della resurrezione? La Chiesa devessere ambiziosa; devessere una casa del bello, deve guidare la lotta per la spiritualizzazione, senza la quale il mondo diventa il primo girone dellinferno. Si cerchi pure ciò che è adatto alla liturgia e alla partecipazione dei fedeli, ma si faccia di tutto perché ciò che è adatto sia anche bello e degno della più importante azione ecclesiale in cui viene usato». «Giustamente una Chiesa che faccia soltanto musica duso cade nellinutile e diviene essa stessa inutile», afferma ancora il Papa. La Chiesa «devessere luogo della gloria e così anche luogo in cui i lamenti dellumanità sono portati allorecchio di Dio (...
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