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Riccardo è su una carrozzina ma per l’Inps è un furbetto

MilanoDa sei anni Riccardo è inchiodato a una sedia a rotelle: gli hanno amputato una gamba, la destra, a causa di una grave malattia ed ha difficoltà a muovere le braccia, a lavarsi, a vestirsi. Insomma, è invalido al cento per cento. Ma di colpo l’Inps lo cataloga tra i furbetti, tra i falsi invalidi che truccano i certificati di malattia per ricevere la pensione. Insomma, Riccardo viene trattato al pari di quei truffatori che dichiarano di non poter camminare e che poi vedi sgambettare in giro come se nulla fosse. Proprio come se fosse un disonesto che per anni ha campato sulle spalle dello Stato, come i finti ciechi, i finti sordi, quelli che rubano i nomi al morti pur di mettere assieme quattro soldi. Eppure lui non ha mentito. «Magari fossi un falso invalido - sogna a occhi aperti - La mia vita sarebbe ben diversa da così e non sarei fisso su questa sedia».
Riccardo Bortolotti, 46 anni, si è visto improvvisamente sospendere la pensione di invalidità perché non si è presentato a una visita di controllo. Visita di cui, tra l’altro, non sapeva nulla. E stavolta l’Inps, che solitamente ci mette mesi per dare risposte, è stato fin troppo solerte nel sospendere il pagamento. Va bene i controlli, va bene la battaglia (sacrosanta) ai falsi invalidi, va bene essere fiscali con le visite per evitare di pagare la pensione a chi invece si fa la bella vita. Ma stavolta a cadere nelle maglie della burocrazia è stato un invalido vero. E non un invalido qualunque: un uomo a cui da ben sei anni viene riconosciuto lo zero per cento di autosufficienza. Oltre a dover fare a meno di una gamba, Riccardo è affetto da una grave patologia. Tutto è cominciato quando è stato colpito dalla mielite, ovvero l’infiammazione del midollo osseo, e da una forma di toxoplasmosi cerebrale che gli ha causato varie conseguenze fisiche non curabili. Da quel momento in casa sua sono cominciati i guai. E sua moglie Patrizia, 47 anni, ha perfino lasciato il lavoro per poterlo accudire e stargli vicino. «Viviamo con la pensione di Riccardo - spiega lei - che ammonta a 750 euro al mese, di cui 450 euro di accompagnamento. Io mi dedico a lui 24 ore su 24 ed ora non sappiamo più come tirare avanti. E tutto questo solo perché non ci siamo presentati a una visita di cui, peraltro, non sapevamo nulla. Nessuno ci aveva avvisato e se tutto va bene ci ridaranno la pensione solo in primavera. Per noi è un problema enorme».
Negli scorsi sei anni, Riccardo e Patrizia non hanno saltato nemmeno un controllo. «Sappiamo benissimo come funzionano le trafile burocratiche - spiega la moglie - Anche se tutti sanno che Riccardo non potrà guarire e che non potrà beneficiare di un arto artificiale, è giusto che i controlli ci siano anche per lui. Ma adesso stiamo pagando le conseguenze di tutte le furbate dei falsi invalidi. La nostra storia invece è ben diversa. Cosa pensano quelli dell’Inps? Che Riccardo guarisca di colpo? Che gli rispunti la gamba? Mi sembra assurda tutta questa pignoleria. È chiaro a tutti che è un invalido».
L’amara sorpresa della pensione bloccata è arrivata prima di Natale. A novembre Riccardo è stato visitato e la commissione Inps gli aveva confermato l’invalidità, come ogni anno dal 2004. A casa non è più arrivato nessun avviso. Ma quando un giorno Riccardo e Patrizia sono andati a ritirare la pensione in posta, come ogni mese, si sono sentiti dire che per loro non c’era nessuna cifra da riscuotere. «Abbiamo chiesto chiarimenti all’Inps - e solo lì abbiamo scoperto che Riccardo avrebbe dovuto sottoporsi a una visita di cui non era stato avvisato.

Speravamo fosse un equivoco da chiarire velocemente e invece no. Ora ci troviamo senza soldi». La coppia, che archivia meticolosamente tutti i certificati e i documenti sullo stato di salute di Riccardo, non sa darsi pace. Per ora stringe la cinghia, in attesa di una spiegazione.

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