Ricerca Formigoni, accordo da 18 milioni con le Università

Altroché fuga di cervelli. La Lombardia non ci sta. «Il primo obiettivo è riportare a casa i ricercatori che oggi lavorano all’estero». Anche questo è stato detto ieri al 26esimo piano del Pirellone. Per raggiungere lo scopo il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, affiancato dal vicepresidente e assessore all’Istruzione Gianni Rossoni, ha sottoscritto con i rettori delle 12 Università lombarde e dello IUSS (Istituto Universitario di Studi Superiori) di Pavia un «accordo quadro» da 18 milioni di euro.
«Abbiamo voluto assumerci - ha spiegato Formigoni - questa responsabilità comune consapevoli che la crescita, anche e soprattutto in un momento di difficoltà economica, è legata al coraggio di investire sull’innalzamento qualitativo e quantitativo del capitale umano. Si tratta di cercare le migliori condizioni perché siano insediati nel nostro territorio i migliori talenti della ricerca».
Entusiasti i rettori degli atenei. «Il valore esemplare dell’azione di Regione Lombardia a favore del sistema universitario e della ricerca - ha spiegato il professor Enrico Decleva - in un momento in cui verso lo Stato dobbiamo impegnarci molto per ricordare questo valore».
I soldi non arriveranno però tutti dalla Regione. «Noi metteremo in campo 9 milioni di euro attraverso Finlombarda - ha spiegato il governatore Roberto Formigoni -, e saranno immediatamente disponibili, mentre il resto del finanziamento previsto arriverà a breve dal sistema universitario». Le priorità dell’accordo si concentreranno su alcuni settori: agroalimentare, energia, ambiente, salute, manifatturiero avanzato, beni culturali, biotecnologie e nuovi materiali. I temi specifici saranno poi definiti da un comitato formato da tre componenti nominati dalla Regione e due designati da ciascun singolo ateneo.


Di certo ci sono le linee d’azione individuate dal testo dell’Accordo, tra queste raccordare le imprese col sistema universitario della ricerca, promuovere la partecipazione a progetti internazionali, valorizzare il «portafoglio brevetti» e il sistema Questio (che valuta il lavoro dei centri di ricerca). «A questi fondi - ha concluso Formigoni - si aggiungono i 50 milioni di euro di bandi che stiamo emanando in questi giorni, sempre rivolti all’innovazione e alla ricerca»

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