RomaPrimarie a tutti i livelli, congresso in primavera e, forse, anche un nuovo nome per il partito. Angelino Alfano riunisce nella sede a via dellUmiltà i coordinatori regionali. Unoccasione per fare il punto con chi ha il polso del territorio e ribadire che il sostegno al governo non è un impegno scritto sullacqua ma un patto sottoscritto con lealtà e responsabilità. Unapertura di credito che non deve essere interpretata come unarchiviazione dellorgoglio di partito, come la concessione di una cambiale in bianco o la sottoscrizione di nuove alleanze. «Non cè maggioranza politica, quindi non cè bisogno di vertici di maggioranza. Si tratta di un governo di tregua e di emergenza nazionale».
Il segretario del Pdl, naturalmente, continua nella difficile missione di ricompattare il partito, attraversato ancora da tanti mal di pancia. Lobiettivo è quello di ricostruire, in un clima politico meno avvelenato, un centrodestra che mantenga lasse strategico con la Lega ma recuperi anche lalleanza con lUdc. Non a caso Alfano, durante la riunione con i coordinatori regionali, ribadisce a quelli del Nord, preoccupati per la tenuta delle alleanze locali, che il Carroccio è e rimane un alleato indispensabile. Però, prima di pensare a come presentarci alle prossime elezioni, dobbiamo pensare a rafforzare il nostro partito, dice. Per questo, assicura Alfano, il Pdl si aprirà sempre di più al ricorso alle primarie «a ogni livello» e non soltanto per la scelta dei candidati sindaci e presidenti di provincia. «A noi - spiega - più che la parola primarie piace indicazione popolare. Stiamo stilando un programma di regole per primarie a ogni livello, anche per la scelta del candidato premier». Unindicazione che fa subito scattare la reazione di Roberto Formigoni che si dice pronto a partecipare alla sfida.
Lex guardasigilli annuncia che «dopo il grande successo delle iscrizioni, è arrivato il momento di partire con i congressi. Si comincia a dicembre». «Stiamo scrivendo le regole per le incompatibilità» continua Alfano «tra incarico di partito e incarico di governo del territorio», una questione sulla quale non è ancora stata trovata la quadra tra le varie sensibilità. E a chi gli chiede se sia in programma, come annunciato anche da Silvio Berlusconi, un cambio del nome del partito, il dirigente siciliano ammette che «il congresso avrà con ogni probabilità questo traguardo». Una modifica, quella del nome, su cui cè ampia convergenza visto che tutti ritengono che lacronimo non abbia fatto presa nellimmaginario popolare, tantè che ancora oggi molti continuano a chiamare il partito «la Pdl», mutuando larticolo dal vecchio nome «Casa della libertà».
Sullo sfondo resta lobiettivo della ridefinizione dellidentità del partito. Lobiettivo, spiega Alfano, è arrivare al congresso del Ppe di Marsiglia, previsto per il 7 e l8 dicembre, con «una nostra proposta sulla costituente dei moderati». Un traguardo per il quale Alfano sta da tempo lavorando di concerto con Mario Mauro e Antonio Tajani ma anche con Andrea Ronchi e Adolfo Urso. «Dobbiamo mettere a punto la strategia che porterà alla riunificazione dei popolari e dei moderati. A Marsiglia presenteremo la nostra proposta». Infine, in un altro giorno difficilissimo per i nostri titoli di Stato, arriva la provocazione di Fabrizio Cicchitto.
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