Per una Milano ancora più «amica» della finanza serve un regime fiscale agevolato. Il ministro dellEconomia, Giulio Tremonti, ci sta pensando e lo ha annunciato ieri al Salone del Risparmio nel capoluogo lombardo.
«Per lattività finanziaria - ha detto - lidea è di applicare a Milano i regimi fiscali che per esempio ci sono in Irlanda, per un tempo dato e a determinate condizioni». Lidea è molto semplice: «Facciamo shopping di regimi fiscali: se un regime di favore è buono in altri Paesi forse è buono anche qua». Insomma, un modello potrebbe essere quello irlandese dove alle società di gestione del risparmio e alle altre holding finanziarie viene applicata una tassazione molto vantaggiosa che ha spinto i grandi gruppi europei a trasferire a Dublino molte attività.
Il progetto di rendere Milano tax friendly ha ovviamente incontrato il favore del sindaco Letizia Moratti che si sta riproponendo per un secondo mandato e che guarda non solo al settore bancario e assicurativo, ma a quello delle aziende in generale. «Milano rimodulerà lImu (imposta municipale sugli immobili introdotta dal federalismo fiscale comunale) al ribasso per facilitare le imprese che investono nel nostro Paese», ha promesso il sindaco.
A incoraggiare Tremonti non solo il primo cittadino di Milano ma anche il presidente di Assogestioni (che riunisce i fondi di investimento operanti in Italia), Domenico Siniscalco. «Non smetto di ringraziare il governo e il ministro Tremonti per la variazione della tassazione dei fondi che la ha livellata (rispetto allestero). Era necessaria ma non è sufficiente: lultima sfida che abbiamo è quella di Milano come piazza finanziaria», ha dichiarato.
E Tremonti non ha lasciato cadere gli appelli. «La bozza del decreto applicativo è pronta e andrà sul sito e sui giornali, sono benvenute critiche ed idee. Cerchiamo di fare di Milano qualcosa di più», ha replicato. Gli strumenti per realizzare la proposta non mancano. La manovra estiva del 2010, infatti, consente alle società estere con filiali in Italia di scegliere il regime fiscale più vantaggioso. La norma ha lo scopo di attrarre investimenti. Ora si tratterebbe, in qualche modo, di applicare questo vantaggio competitivo anche alle imprese italiane.
Ma la naturale attenzione di Tremonti per Milano ha suscitato le invidie del candidato sindaco di centrosinistra di Torino, Piero Fassino. Lex segretario dei Ds, a corto di argomenti, non ha trovato di meglio che criticare ancora una volta il ministro che, con la sua proposta, «potrebbe mettere in condizioni di grave svantaggio competitivo tutti gli altri territori del Paese, al Nord come al Sud».
Nella sua visita milanese il titolare del Tesoro ha anche trovato il tempo per una boutade in stile Mourinho dedicata a coloro che lo hanno accusato - strumentalizzando la vicenda Parmalat - di voler resuscitare il capitalismo di Stato.
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